Maceratese con un piede nel baratro

"Manca la voglia di costituire la società". Carancini: "Non posso andare in Federazione senza un progetto"

Romano Carancini

Romano Carancini

Macerata, 25 luglio 2017 - È sempre più nero il futuro che attende la Maceratese se anche un imprenditore attaccato ai colori biancorossi come Maurizio Mosca sta perdendo la voglia di combattere. «Il problema non è andare a parlare con Tavecchio (il presidente della Figc, ndr), il vero problema è che non si riesce a costruire una società. Manca una seria progettualità, perché al di là di persone che dicono di essere pronte ad aiutare, quando poi si tirano le somme molti si defilano».

Mosca, comunque, ha comunicato al sindaco Romano Carancini di voler fare qualche ultimo disperato tentativo prima di gettare la spugna. E la mancanza di un gruppo che voglia prendere in mano la società è confermato anche dal sindaco. «Personalmente sono prontissimo a fare tutto quello che fosse utile e possibile – spiega Carancini – battendo tutte le strade, anche perché penso che potremmo avere qualche buona ragione per rivendicare una categoria all’altezza della storia della Maceratese. Il vero problema è capire se vi è una disponibilità concreta di persone o imprenditori disposti a immaginere un progetto, anche di minimo livello, che riguarda l’Eccellezna. E, ad oggi, queste disponibilità mancano, perché dalle informazioni che mi danno non c’è la volontà di mettere in piedi un progetto sportivo e questa è la cosa più drammatica che posso pensare. Non posso non nascondere il mio dispiacere».

Anche perché il sindaco ricorda l’impegno di oltre 800mila euro di soldi pubblici che l’amministrazione ha approntato per adeguare lo stadio Helvia Recina agli standard previsti per giocare in Lega Pro. Misure di sicurezza e barriere che, visti gli scenari attuali, diventeranno soldi sprecati. «L’amministrazione ha fatto il suo dovere due anni fa – incalza il sindaco – e oggi, immaginare che non esitano dieci impreditori o persone che possano impegnarsi a non affondare il calcio a Macerata, mi sembra grave». Poi l’ultimo appello a chi avesse a cuore le sorti della squadra. «Aspetterò ancora un paio di giorni, perché so che Mosca dovrebbe avere altri contatti – conclude il sindaco – poi non so che scenario immaginare. Io sono pronto a rappresentare la società in ogni luogo in cui servisse, anche in Federazione, ma non posso andare a mani vuote, senza un progetto. Per questo chiedo di lasciare da parte i personalismi e mettere mano alla voglia di investire risorse». Le risorse, appunto, è questo il tema centrale che ha caratterizzato le ultime fugaci gestioni della Maceratese in questi mesi: tutte infatti hanno tagliato la corda perché a loro dire prive delle risorse necessarie. E di risorse non se ne vedono sul piatto nemmeno oggi.

«UN CONTO è dire ti diamo una mano – spiega ancora Maurizio Mosca –, un conto è prendere un società in gestione e fare un piano che possa avere come obiettivo minimo almeno due anni. E su questo punto ci sono difficoltà oggettive. Quello che mi posso augurare a questo punto, però, è che la società fallisca e che qualcuno ne paghi le conseguenze, perché personalmente l’unica cosa di cui mi vanto da ex presidente è di aver venduto a una persona che l’ha portata avanti per anni, cosa che non è stata fatta stavolta».