La maggioranza salva Monachesi. “Dibattito a porte chiuse”

E Anna Menghi ritira la mozione: “Indignata”

Macerata, Anna Menghi (Foto Calavita)

Macerata, Anna Menghi (Foto Calavita)

Macerata, 1 ottobre 2014 - Il Consiglio comunale, o meglio una parte di esso, si schiera a difesa di Stefano Monachesi e la mozione sulla Crove Verde finisce nel cestino. L’atto presentato da Anna Menghi, infatti, si sarebbe dovuto discutere ieri pomeriggio, se non fosse che il presidente del Consiglio Romano Mari, supportato da un parere del segretario comunale, prima di iniziare la discussione ha chiesto nuovamente (come già fatto la settimana scorsa durante la conferenza dei capigruppo) di dibattere a porte chiuse per salvaguardare la privacy di Monachesi. Alla richiesta si è opposta la presentatrice della mozione.

«E’ ora di farla finita di accampare presunte questioni tecniche che non esistono — ha detto Anna Menghi —, è ora di abbattere i muri e di finirla con le questioni omertose, ma se non ci sarà la volontà di discutere della mozione a porte aperte, sono intenzionata a ritirarla».

La richiesta, come da regolamento, è stata messa ai voti. Favorevoli al dibattito a porte aperte nove consiglieri tutti dell’opposizione, cinque gli astenuti (Renis e Orazi del Pd, Carlini di Pensare Macerata, Ciarlantini dei Verdi e Borgiani della Federazione della Sinistra) e tredici i contrari (maggioranza, sindaco e Udc). Quindi bandita la discussione a porte aperte. Immediata la reazione di Anna Menghi e di alcuni consiglieri dell’opposizione che hanno voluto trasmettere alla città, tramite la stampa, tutta la loro indignazione, soprattutto perché nella mozione non ci sarebbero aspetti che intaccano la sfera privata di Monachesi. Nell’atto, infatti, si chiede di verificare la legittimità dell’atto firmato da Monachesi, in qualità di presidente della Croce Verde in costanza di condanna, con il dirigente dei Servizi sociali; di verificare la permanenza della Croce Verde srl nei locali della onlus; verificare l’opportunità della permanenza dell’incarico di Monachesi come coordinatore dei servizi Sintegra dopo la condanna e a valutare la permanenza del ramo d’azienda della Smea in relazione agli obiettivi del Comune.

«Come cittadina — continua Anna Menghivoglio sapere se Monachesi ha firmato in costanza di condanna una convenzione con il Comune. Io so che è stata firmata il 18 luglio 2014, ma che ce lo dicano pubblicamente. Non è colpa del Comune, ma questo ci fa capire la serietà della persona che abbiamo di fronte. Mi chiedo poi quanto prende Monachesi come coordinatore dei Servizi Sintegra? Che orari fa alla Sintegra o se sta sempre alla Croce Verde. Credo che siano cose lecite da sapere, ma se questa è la politica cittadina che bastano le minacce di un condannato per portare a una situazione come del genere, con questa politica non voglio più avere niente a che fare».

«Sono esterrefatta del progressivo svuotamento delle istituzioni — continua Francesca D’Alessandro (Macerata è nel cuore) —. C’era stata una conferenza dei capigruppo in cui si era già presa una decisione: di discutere a porte aperte, e oggi il presidente Mari ha stravolto tutto». Fabio Massimo Conti, invece, ha voluto sottolineare come se si dibatte della Croce Verde è solo per merito delle opposizioni. «Nella mozione non ci sono dati sensibili — aggiunge Giorgio Ballesi (Lista Ballesi) — quindi se la maggioranza ha ritenuto di non trattare la mozione a porte aperte a fronte di una presunta tutela della riservatezza, mi viene da pensare che c’è qualcosa che noi non sappiamo. A questo punto nessuna discussione si potrà più fare a porte aperte. Loro (la maggioranza ndr.) sapevano che avremmo ritirato la mozione: è stato un attentato al ruolo di libertà del Consiglio».

Chiara Sentimenti