Giovedì 18 Aprile 2024

Mandrelli parla già da sindaco: «Basta conflitti a danno della città»

Pd, l’ex segretario si presenta: cerchiamo una nuova idea di Macerata

Mandrelli con Perfetti e Di Pietro

Mandrelli con Perfetti e Di Pietro

Macerata, 1 febbraio 2015 - «DEVO AMMETTERE che c’è un certo imbarazzo perché è stato scritto talmente tanto in questi giorni che forse non ci sarebbe stato bisogno di questo incontro, ma credo che sia doveroso da parte mia chiarire alcuni punti». Si alza in piedi, perché ammette di essere abituato così, Bruno Mandrelli prendendo la parola nel giorno dell’ufficializzazione della sua candidatura alle primarie del primo marzo dove sfiderà il sindaco uscente Romano Carancini e, con la solita educazione, con il tono di voce contenuto che da sempre lo contraddistingue, presenta la sua idea di lavoro alla città, senza risparmiare critiche all’amministrazione uscente.

«Vogliamo ricostruire un modello armonioso, non possiamo permetterci altri cinque anni di conflittualità latente perché sarebbe solo la città a pagarne le conseguenze – spiega Mandrelli –. Non è giusto essere sottoposti a scelte vincolate su decisioni già prese, è una lacuna che abbiamo vissuto in questi cinque anni e ora, invece, vogliamo ipotizzare di costruire un futuro in cui si riannodino i rapporti politici e dia un ruolo nuovo al Consiglio comunale. Al di là di quello che prevede la legge, infatti, il Consiglio dev’essere coinvolto anche su questioni di non sua stretta competenza. Bisogna avere il rispetto del Consiglio e confrontarsi con esso».

In tema di programmazioni Mandrelli suggerisce di uscire «dall’occasionalità» e, visti i momenti non facili che si prospettano sul fronte economico per i Comuni anche nei prossimi anni, di costruire «un rapporto migliore con la realtà regionale» e di ampliare le «progettualità con l’Università per ricorrere ovunque e ove possibile ai finanziamenti europei. Dobbiamo uscire dall’occasionalità per progettare insieme una nuova idea di Macerata, abbiamo il dovere, infatti, di essere punto di riferimento per l’intero territorio».

DEL PROGRAMMA, però, Mandrelli preferisce ancora non parlare, ammettendo che sarà presentato a breve, anche se alcuni spunti ha voluto lanciarli. «Un progetto per il centro storico dev’essere un progetto per la città – spiega –, perché il centro è un luogo simbolo, il luogo della memoria, quindi serve un progetto complessivo con date, impegni finanziari, spiegando dove e come si prendono i soldi e come saranno utilizzati».

Altro tema riguarda l’intervento diretto dell’ente pubblico. «Non è detto che tutto si debba fare in partnership con i privati– aggiunge Mandrelli –. Il Comune deve attivare interventi, perché gli interventi portano lavoro e noi abbiamo tanto bisogno di lavoro», e sulla realizzazione delle piscine ammette: «affronteremo il problema in un modo o nell’altro. Ovviamente mi auguro che il cantiere sarà partito prima del voto, ma in caso contrario, se saremo noi a vincere, affronteremo il problema, ripeto, in un modo o nell’altro».

Parlando della coalizione Mandrelli auspica un progetto diverso. «Dobbiamo costruire una classe dirigente nuova, possiamo fare in modo che chi ci sostituirà sarà in grado di affrontare gli anni terribili che ci aspettano. Avviamo un percorso partecipato che tenda all’unità, anche all’interno del Pd e utilizziamo al meglio la legislazione che ci permette di investire su giovani e donne».

E sul confronto con il suo avversario alle primarie conclude. «I cittadini non sono contenti di avere polemiche continue sui giornali, voliamo più in alto e smettiamola di perdere tempo discutendo tra di noi. Parliamo di cose serie: noi non siamo per la polemica, per la confusione, siamo per un percorso di alternativa a quello che abbiamo visto in questi cinque anni. Le primarie sono solo uno strumento, un mezzo, non il fine del partito, per questo dobbiamo utilizzarlo al meglio mettendo da parte le sfide personali».