Calciatore morto, strazio al funerale: malori tra gli amici

A Morrovalle l'addio a Marco Garbuglia, 19 anni, deceduto durante una partita. I compagni: «Gigante buono, ci hai insegnato a vivere»

Lo striscione esposto dagli amici di Marco Garbuglia davanti alla chiesa (foto Roberto Vives)

Lo striscione esposto dagli amici di Marco Garbuglia davanti alla chiesa (foto Roberto Vives)

Morrovalle (Macerata), 24 giugno 2016 – «Imparare a non vederti più sarà il nostro vero esame di maturità». Uno strazio senza fine quello degli amici e dei familiari al funerale di Marco Garbuglia (video), 19 anni, che martedì sera (notte prima degli esami) è morto sul campo da calcio di Appignano.

L’addio a Gazza, così lo chiamava il nonno da piccolo e così anche gli amici, da sempre, si è svolto in mattinata nella chiesa dell’Emmanuele, a Morrovalle. La messa è stata celebrata da don Lino. Oltre al dolore, ad aggravare la situazione il forte caldo, che ha causato tre svenimenti e quindi l’interruzione della celebrazione in vari momenti: una ragazzina ha perso completamente i sensi e si è accasciata a terra, è stata portata fuori con la barella. Anche un’amica e poi un amico di Garbuglia si sono sentiti male.

Tutti gli amici indossavano una maglietta dai colori bianchi e celesti, quelli della squadra: sulla schiena il numero 5, sul petto la foto di Marco, sorridente.

«Gigante buono, ci hai insegnato a vivere», dice un amico, «Quant’eri bello», ricordano le compagne di classe, «avrei voluto avere la tua forza e la tua grinta. Sarai sempre con noi, nel nostro cuore». «Il Signore ci ha visto lungo, il tuo posto non è quaggiù, ma lassù».

È stato letto anche un messaggio della società Ares, di cui Roberto, il padre di Marco, è presidente. «Abbiamo perso il difensore migliore – ha detto Luca Pistarelli, dirigente – ma lo avevamo in prestito da Dio. Lo ha richiamato troppo presto, convocandolo per la sua più importante squadra in cielo. Non poteva tirarsi indietro, i Gazza non si arrendono di fronte alle sfide. Marco continuerà a sorrivderci da lassù. Giocheremo in dieci, adesso, ma giocheremo fino alla fine. Ti vogliamo bene».

Fuori, a terra, uno striscione pieno di messaggi e una scritta in spagnolo: «Te juro que aunque pasen los anos nunca nos vamos a olvidar (Ti giuro, passeranno gli anni ma noi non ti dimenticheremo mai)». Lo striscione è stato scritto in spagnolo perché Susana, la mamma di Marco, è di origini argentine. Al funerale di Marco c’erano anche parenti dall’Argentina.

Sono stati gli amici a portare fuori la bara. Poi i palloncini bianchi e celesti e un coro: «Marco sei grande».