Maxi evasione sulla benzina, sgominata organizzazione criminale

Operazione Caravan petrol: tre persone nei guai per la vendita illegale di carburante. Sequestrati oltre 8 milioni di euro

Le indagini sono state condotte dalla Finanza  (foto d’archivio)

Le indagini sono state condotte dalla Finanza (foto d’archivio)

Macerata, 31 luglio 2015 _ Sono durate quasi un anno le indagini del Nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza di Ancona, riguardanti un’operazione denominata «Caravan petrol» e diretta dalla procura di Macerata. Una vera e propria associazione delinquenziale operante nel settore della commercializzazione illecita di carburanti, che, a partire dal 2010 e sino a oggi, aveva intessuto ramificazioni in tutto il territorio nazionale, creando società fittizie con lo scopo di vendere 24 milioni di litri di benzina e gasolio. Questa complessa organizzazione aveva una struttura piramidale al cui vertice erano posti tre soggetti pluripregiudicati (un napoletano, un maceratese e un teramano), i quali coordinavano altre 15 persone, con ruoli e incarichi differenti, al solo fine di commercializzare il carburante evadendo le imposte. Lo schema della gigantesca frode fiscale, una delle più ampie e articolate tra quelle scoperte negli ultimi anni nel settore dei prodotti petroliferi, prevedeva: una prima fase, con la creazione di 7 società del tutto fittizie e non operative, localizzate in provincia di Napoli, Teramo e Macerata, costituite per acquistare, naturalmente solo sulla carta, il carburante da grossi fornitori in diverse zone d’Italia. Al vertice delle imprese erano posti degli amministratori fittizi, ossia diretti dai “promotori” del disegno criminoso. Queste società, fingendo di essere abituali esportatori, potevano comprare il carburante usufruendo, illecitamente, dell’esenzione dal pagamento dell’Iva prevista proprio per coloro che realizzano vendite di prodotto all’estero; una seconda fase, prevedeva che le società inesistenti, prima di sparire nel nulla senza versare le imposte all’erario, cedevano il prodotto “sottocosto” a ulteriori società compiacenti, operanti effettivamente nel settore della distribuzione stradale di carburante. In tale fase, queste società, riuscivano a vendere rapidamente le scorte illecite, poiché le stesse erano state acquistate a prezzi largamente concorrenziali rispetto ai normali prezzi di mercato, vista l’assenza, all’origine, del pagamento dell’imposta sul valore aggiunto; la terza e ultima fase consisteva nella spartizione tra i soggetti denunciati, dei proventi illeciti ottenuti dai reati. Durante le complesse indagini svolte dalle fiamme gialle, oltre che le aziende riconducibili all’organizzazione, sono stati monitorati molti benzinai sospettati di acquistare e poi smerciare il prodotto preso clandestinamente. Particolarmente complessa è stata l’analisi della documentazione utilizzata per schermare l’illecito traffico, sequestrata attraverso l’esecuzione di 44 decreti di perquisizione eseguiti nelle sedi di società, pertinenze aziendali, abitazioni private in tutto il territorio nazionale. L’importante operazione oggi conclusa ha consentito di scoprire non soltanto una grossa frode fiscale in danno dell’erario ma altresì di smantellare un’organizzazione criminale che realizzava una enorme concorrenza sleale in danno di tutti gli operatori che operano onestamente nel delicato settore economico. Al termine dell’attività investigativa sono state eseguite, su disposizione dell’autorità giudiziaria, 3 ordinanze di custodia cautelare nei confronti di 3 soggetti posti al vertice dell’organizzazione, a cui si è aggiunto il sequestro dei proventi del delitto per un valore di 8.600.000 euro (corrispondente a 21 immobili e circa 70 posizioni bancarie).