Moretti, l'inchiesta flop: perizie al rallentatore e un rinvio dietro l’altro

Il procuratore: "Va evitata la prescrizione"

Emilio Moretti con il suo avvocato Sandro Giustozzi

Emilio Moretti con il suo avvocato Sandro Giustozzi

Macerata, 30 ottobre 2014 - Il procuratore capo Giovanni Giorgio si è impegnato personalmente, assicurando che farà il possibile perché il processo venga terminato prima che scatti la prescrizione. Ma intanto Emilio Moretti è devastato, dagli anni di cure che hanno fiaccato il suo corpo senza motivo, e dagli anni trascorsi dalla sua denuncia. Da martedì il sangiustese ha ricominciato a manifestare con i suoi cartelli davanti al tribunale. Ma ieri mattina, insieme con il suo legale, l’avvocato Sandro Giustozzi, è stato convocato dal procuratore Giorgio. «Ho evidenziato all’avvocato che ho chiesto al giudice Bellesi di fissare un calendario di udienze, per sentire tutti i testimoni e poter arrivare alla pronuncia della sentenza di primo grado prima della prescrizione – ha spiegato il magistrato –. Però ho anche messo in luce il fatto che lui non si è presentato alla visita medica fissata dai periti nominati dallo stesso giudice per ricostruire il caso».

Ma se sul fronte dei radiologi almeno il processo è iniziato, per gli oncologi il procedimento è ancora più indietro. Lo scorso maggio, dopo che la procura per loro aveva chiesto l’archiviazione delle accuse, Moretti ha fatto opposizione; il giudice la accolse, e diede alla procura sei mesi di tempo per approfondire le indagini.

«Ma da allora non è stato fatto più nulla – ricorda l’avvocato Giustozzi –. Solo adesso, dopo le proteste di Moretti, qualcosa si è improvvisamente sbloccato. Il 30 settembre la procura ha convocato i suoi consulenti, che avevano esaminato il caso dopo la denuncia, e ha chiesto un chiarimento: prima del ciclo di chemioterapia, era necessario fare gli esami istologici e citologici? La risposta è arrivata il giorno stesso: sì, era necessario acquisire gli esami istologici e/o citologici delle biopsie al fegato. Se ci voleva così poco, perché non è stato fatto prima? Comunque alla fine la procura ha chiuso le indagini anche su questo filone, contestando il reato di lesioni anche agli oncologi, e chiedendo l’archiviazione per un chirurgo. Ma su questo abbiamo fatto già opposizione: il chirurgo era quello che diceva a Moretti che non poteva operarlo, perché era pieno di metastasi. In ogni caso, è evidente che ormai la prescrizione incombe su un caso clamoroso, pacifico di errore. E questo non aiuta certo Moretti, sempre più provato nel fisico e nel morale».

«Ormai io ho perso ogni fiducia nella giustizia e nello Stato – commenta amareggiato il sangiustese – dopo tutto quello che io e la mia famiglia abbiamo subito, e che ancora continuiamo a subire. Sono passati sei anni da quando ho denunciato questa vicenda, cosa è successo in questi anni? Cosa c’è ancora da chiarire su quello che mi è stato fatto?».