Omicidio Sarchié, i Farina tornano in Sicilia: nessuna misura cautelare

Il procuratore: "Per il fermo servono gravi indizi, ci vuole prudenza". Da lunedì partono gli accertamenti tecnici

Giuseppe e Salvatore Farina in Procura (foto Calavita)

Giuseppe e Salvatore Farina in Procura (foto Calavita)

Macerata, 26 luglio 2014 - VANNO avanti senza sosta le indagini sull’omicidio del commerciante sambenedettese Pietro Sarchiè. La procura aspetta i risultati di importanti accertamenti. Intanto i due accusati dell’omicidio, Giuseppe e Salvo Farina, padre e figlio, sono tornati in Sicilia. Nessuna misura cautelare è stata presa per loro, e questo ha sollevato molti interrogativi.

«Le misure cautelari — risponde il procuratore capo Giovanni Giorgio — vengono chieste quando si ritengono raggiunti i gravi indizi di colpevolezza. Con un’ipotesi di reato per la quale è astrattamente prospettabile l’ergastolo, la richiesta di misure va adeguatamente ponderata. La cautela è quanto mai doverosa: sono contrario ai provvedimenti adottati a furor di popolo. Nell’esercizio della mia attività ho imparato che cautela e prudenza sono sempre necessarie, specie nei casi più gravi. Ciò non vuol dire che saremo inerti: le indagini si concluderanno quanto prima, proprio perché siamo in presenza di un fatto gravissimo. Sono consapevole del fatto che i parenti di Sarchiè e l’opinione pubblica attendano dal mio ufficio una risposta a breve».

La procura, nel corso delle indagini, ha dato la possibilità agli indagati di dare una propria versione. «Ma tranne Santo Seminara — dichiara il procuratore Giorgio — gli altri hanno preferito non rispondere o tutt’al più, come Farina, raccontare la propria versione ai giornali. Ora inizia la fase degli accertamenti tecnici, da lunedì. Con i colleghi Rastrelli e Ciccioli stiamo esaminando gli atti acquisiti, che sono moltissimi. Poi dovrà essere esaminato il materiale informatico preso da Salvo Farina, per il quale è stato nominato un tecnico. Stiamo aspettando l’esito di importanti accertamenti sul materiale documentale acquisito. Con questi ulteriori dati, compresi gli accertamenti balistici, avvieremo le iniziative del caso».

Lunedì inizieranno gli esami sul cadavere e su alcune tracce biologiche repertate. Per i Farina, gli avvocati Marco Massei e Mauro Riccioni hanno nominato come consulente il professor Piergiorgio Fedeli.

«E’ UNO STILLICIDIO — dice intanto la moglie della vittima, Ave Palestini —. Ci dicono che dobbiamo avere pazienza, ma quanto deve durare questa benedetta pazienza?». Attorno alla famiglia si stanno stringendo, oltre ai parenti, anche tanti clienti dell’ambulante. In queste ore si stanno definendo le date di una serie di fiaccolate per ricordare Pietro. La prima è già fissata per il 3 agosto a Pioraco, poi ne sono previste altre a San Benedetto, a Porto San Giorgio, a Visso e Fiuminata. Il dolore della comunità per la scomparsa di Sarchiè è testimoniato da una lettera inviata a Jennifer da Giovanni, Annamaria e Paola, di Fiuminata: «Questo evento che ha colpito un uomo mite, modesto e laborioso, ha sconvolto gli animi di tutti gli abitanti della vallata. Era uno di noi e oggi sentiamo nel profondo del cuore la sua mancanza. Se compravi il pesce era contento, se non lo compravi era felice di averti salutato. Conosceva a memoria i nostri gusti e faceva del tutto per accontentarci, ma prima ancora si interessava della nostra salute. Pietro dava la sensazione che partisse da qui per andare a comprare il pesce e poi tornare fra la sua gente. Partiva, invece, da lontano ma non c’era vento, pioggia o neve che lo potesse fermare. Sapere che possa aver subito tanta violenza ci lascia esterrefatti».