Omicidio Sarchié, fiaccolata in ricordo del pescivendolo ucciso

In 500 al corteo. Le parole dei familiari FOTO Luci nella notte

Pioraco (Macerata), la fiaccolata in ricordo di Pietro Sarchiè (Foto Calavita)

Pioraco (Macerata), la fiaccolata in ricordo di Pietro Sarchiè (Foto Calavita)

Macerata, 4 agosto 2014 - Un lunghissimo corteo, 500 candele a rischiarare la notte di Pioraco nel ricordo di Pietro Sarchiè (foto), il pescivendolo di San Benedetto scomparso il 18 giugno e trovato morto il 5 luglio nelle campagne di San Severino. Una fila fatta di sguardi commossi, di persone che sussurrano piano tra di loro: «Quello che è successo non ha una spiegazione». Tutti lo conoscono da queste parti e in tantissimi, in quasi 500, sono venuti alla prima delle fiaccolate organizzata dalla famiglia.

Dalla vicina Fiuminata, da Sefro, anche da Camerino e Matelica. L’intera comunità porta il suo abbraccio. Il corteo parte verso le 21: in prima fila la figlia Jennifer, che sorregge la madre Ave e il figlio Yuri. Con loro, il sindaco di Pioraco Luisella Tamagnini, insieme ad altri amministratori, che come lei sono qui a testimoniare che la famiglia Sarchiè non è solA nella sua battaglia. Tra loro, il primo cittadino di Matelica Alessandro Delpriori, con i colleghi di Sefro Gianfranco Temperilli, di Fiuminata Ulisse Costantini e il vice sindaco di Castelraimondo Patrizio Leonelli.

«Noi non ci arrendiamo — dice Jennifer — crediamo nella giustizia. Mio padre andava sempre d’accordo con tutti e vedere qui questa gente che gli vuole bene ci dimostra il grande uomo che è stato». Poi la fiaccolata parte. Lunga e silenziosa. Con tre cartelli. «Non ti dimenticheremo mai». Ci si ferma in piazza Garibaldi, dove Pietro lasciava il furgone. Qui un piccolo altarino con la sua foto. Il momento di più grande commozione, quando mamma e figlia baciano l’immagine e la comunità si stringe in un lungo applauso. Quindi ci si ritrova dentro il cinema. «Pietro era una grandissima persona — dice rivolto alla famiglia la Tamagini —. Vi staremo vicini. Il fatto che siamo così tanti è per dimostrare che era una persona squisita e merita questo affetto».

«Sarebbe stato felice di vedere qui tutti i suoi clienti, grazie per l’affetto che ci state dando — saluta i presenti la moglie —. Lui veniva qui con grande gioia, diceva di essere sereno, di sentirsi a casa. Quelli che hanno ucciso mio marito sono dei mostri, delle belve. Impossibile perdonare. Non ci fermeremo mai: Pietro merita giustizia». E il fiume d’affetto non si fermerà qui. Domenica prossima un’altra fiaccolata è in programma a Fiuminata. Saranno ancora in tanti, tutti clienti del sambenedettese legati a lui da anni. E che, come i familiari, vogliono capire chi, nella loro terra, abbia potuto arrivare a tanto.