Delitto Sarchiè, ora tocca al perito. Caccia alle prove tra i reperti

Dalle macchie di sangue ai pezzi del furgone: oggi l’incarico

Pietro Sarchiè con uno squalo nel suo negozio

Pietro Sarchiè con uno squalo nel suo negozio

Macerata, 20 agosto 2014 - LE TRACCE di sangue, i numerosi pezzi del furgone, alcuni campioni prelevati dal corpo di Pietro Sarchiè. Tutto il consistente materiale raccolto dai carabinieri nel corso di queste settimane di indagini verrà analizzato dal medico legale Francesco De Stefano, presidente dei Genetisti forensi e docente all’università di Genova. Ad affidargli l’incarico di questa delicata analisi sarà, questa mattina in tribunale, il giudice Domenico Potetti, nell’ambito dell’inchiesta che vede indagati Giuseppe e Salvo Farina, padre e figlio, accusati di omicidio, e poi i coniugi Maria Ansaldi e Domenico Torrisi e Sante Seminara, sotto inchiesta per favoreggiamento: secondo l’accusa padre e figlio, forse anche con altre persone, avrebbero sparato a Sarchiè dopo avergli tesi un agguato a Sellano di Camerino, poi avrebbero chiesto aiuto agli altri tre indagati, loro amici anche per la comune origine siciliana, per nascondere il cadavere e il furgone usato dal commerciante di pesce. Un piano che inizialmente sembrava riuscito: il 18 giugno Sarchiè sparì nel nulla, e per giorni non si trovarono sue tracce, fino a quando il 5 luglio venne ritrovato il cadavere, e di lì a poco i vari pezzi del furgone.

GLI ACCERTAMENTI sul materiale sequestrato erano stati disposti inizialmente dal procuratore capo di Macerata Giovanni Giorgio, che con i sostituti Claudio Rastrelli e Stefania Ciccioli conduce le indagini sull’omicidio. Ma i difensori degli indagati, gli avvocati Tiziano Luzi, Maria Squillaci, Marco Massei e Mauro Riccioni, hanno chiesto di poterli effettuare con le forme dell’incidente probatorio, una procedura che consente anche ai consulenti degli indagati e delle parti offese di partecipare. Per i Farina, gli avvocati Massei e Riccioni hanno dunque nominato come consulente il professor Piergiorgio Fedeli dell’università di Camerino. Questa mattina in tribunale, il giudice Potetti formalizzerà i quesiti a cui dovrà rispondere l’esperto, analizzando tutti i numerosi reperti messi insieme dai carabinieri del Reparto operativo di Macerata dopo la scoperta del cadavere, fatta il 5 luglio a Valle dei Grilli di San Severino. Conclusi gli accertamenti, sarà finalmente possibile autorizzare la sepoltura del commerciante di pesce sambenedettese, un passo doloroso ma importante per i suoi familiari, la moglie Ave e i figli Juri e Jennifer.