"Omicidio-suicidio, tragedia annunciata"

Il legale della famiglia Lucaroni: la donna aveva già minacciato gesti estremi, temevamo che finisse così

Lorenzo Lucaroni con il piccolo Giosuè alla festa di compleanno

Lorenzo Lucaroni con il piccolo Giosuè alla festa di compleanno

Macerata, 15 febbraio 2016 – «Temevano molto una reazione del genere, perché la minaccia di non fargli vedere quel figlio a qualsiasi costo in passato Laura Paoletti l’aveva già espressa all’ex compagno in due o tre circostanze, anche davanti ai familiari. Temevano che finisse così».

Sono parole dell’avvocato di Lorenzo Lucaroni, Maria Elena Sacchi. È finita in un sabato d’orrore con un bimbo di quasi sette anni freddato con un colpo di fucile alla nuca. E vicino a lui la mamma, 32 anni, che poi ha rivolto l’arma verso di sé e ha fatto fuoco alla gola. Erano quasi le 14, sabato, davanti alla casa dei Paoletti al primo piano dello scatolificio di famiglia, la Cartotecnica Idealbox, a Sambucheto.

Due ore dopo Lorenzo Lucaroni, geometra, ex consigliere comunale, avrebbe dovuto passare a prendere il figlio per portarlo a una festa di compleanno. I carabinieri sono arrivati prima, mentre era nello studio di una psicologa, a Recanati, per condurlo in caserma. Temeva e non sapeva, Lucaroni. Lo hanno sedato. Poi, quando gli hanno detto quello che era successo, verso le 21, è crollato per un malore. Ha passato la notte all’ospedale di Macerata ed è stato dimesso ieri mattina.

«Ci eravamo rivolti al tribunale per ottenere il riconoscimento del diritto di visita del padre del bimbo – spiega l’avvocato Sacchi – e avevamo anche chiesto una perizia sulla capacità genitoriale, della mamma come del papà, che era stata già disposta. Giovedì, nel corso dell’udienza davanti al giudice, era stato raggiunto un accordo di massima in base al quale Lucaroni avrebbe potuto vedere il figlio ogni mercoledì e sabato. Aveva anche giurato il Ctu (consulente tecnico, ndr) e le operazioni peritali sarebbero dovute iniziare il 25 febbraio. Lo stesso giudice aveva invitato le parti a trovare un accordo. Purtroppo è finita così».

«La famiglia è distrutta, Lucaroni è distrutto – aggiunge l’avvocato –. Non si dà pace perché aveva da sempre evidenziato questo problema. Il suo cruccio è che non è stato mai ascoltato. Quanto alla fine della relazione, ormai l’aveva assolutamente accettata, né gli è arrivato alcun avviso di garanzia in seguito a denunce per stalking».