Il giallo della Galleria, l’operaio inguaia la Quadrilatero: "Abbiamo rischiato di morire"

Uno degli accusatori: il tratto maceratese è stato fatto meglio

La galleria della Quadrilatero

La galleria della Quadrilatero

Macerata, 17 aprile 2015 - «Nella galleria c’è meno cemento del dovuto. E durante gli scavi gli operai, là sotto, hanno rischiato di morire». Tiene il punto uno dei due ex operai che con la loro denuncia a «Report» hanno gettato un’ombra inquietante sulla superstrada Civitanova-Foligno, facendo aprire un’inchiesta alla Procura di Spoleto. Raggiunto dal Carlino in Umbria, dove vive, dice di avere paura: teme di essersi esposto troppo con l’intervista (a volto coperto) a Rai Tre, ma non disdegna di raccontare altri particolari della vicenda.

«Nella Galleria La Franca (nel territorio di Foligno, non ancora aperta al traffico, ndr) abbiamo rischiato di morire – dice –. Mentre scavavamo il tunnel, venivano giù i detriti. Bisognava aspettare due o tre giorni per stabilizzare la galleria, ma loro ci dicevano di andare avanti. Avevano fretta di finire. Così siamo rimasti lì, rischiando la pelle. Siamo stati fortunati». Gli ex colleghi che ancora oggi sono al lavoro nei cantieri della Quadrilatero dicono che le accuse lanciate su «Report» sono soltanto bugie. E obiettano che se la galleria fosse stata pericolosa, nessuno si sarebbe azzardato a lavorarci dentro, rischiando la pelle. Perché queste denunce arrivano soltanto oggi, dopo che i due operai sono stati allontanati dai cantieri?

«Dovevo lavorare, mica potevo rinunciare allo stipendio», ribatte l’operaio. «Io ho vent’anni di esperienza nelle gallerie, lì c’era gente che non ne sapeva nulla, non si rendeva conto. Quando ho visto che il tunnel non era stabile, ho chiesto di aspettare. Ma sono voluti andare avanti comunque. Avevano fretta». L’operaio ribadisce che nella galleria mancherebbe il cemento: «L’hanno costruita male, in alcuni punti c’erano solo dieci centimetri di cemento, quando ce ne dovrebbero essere almeno una quarantina. Il problema è che non c’era spazio». Una versione contestata da diversi operai incontrati ieri nei cantieri della Quadrilatero: secondo loro è impossibile che lo strato sia così sottile. «E cos’altro dovrebbero dire? Loro lì ci lavorano ancora», replica.

«Può anche darsi che la galleria non crolli, però è certo che è stata fatta male. L’ho visto con i miei occhi. All’altezza di una piazzola di sosta della galleria, hanno scavato male e c’è un vuoto di venti metri, non l’hanno riempito. Sopra il “tetto’’ della galleria c’è il vuoto. Magari hanno tolto l’aria e quindi potrebbe essersi stabilizzato, ma con una scossa di terremoto chissà quello che potrebbe succedere». Se il primo operaio sentito da «Report» aveva detto di aver consigliato ai suoi figli di passare per la strada vecchia, il secondo sembra meno preoccupato. «Io non avrei problemi a passarci. Qui tutti aspettano questa superstrada: con poco tempo saremo al mare. Però la galleria è fatta male». La situazione sarebbe meno allarmante nel tratto maceratese della superstrada. «Lì le gallerie sono state fatte meglio», assicura. Quanto ai controlli e all’inchiesta della Procura di Spoleto, l’operaio è scettico. «Bisogna vedere come vengono fatti questi controlli – annota sospettoso –. Anche perché se dovessero rifare la galleria, la ditta fallirebbe. L’inchiesta? Secondo me, non ne tireranno fuori niente».