Sabato 27 Aprile 2024

Pd, emorragia di tessere: uno su due non l’ha rinnovata

Calo del 50%: ultimi giorni per diminuire il passivo

L’avvocato Paolo Micozzi

L’avvocato Paolo Micozzi

Macerata, 17 dicembre 2014 - Gli auguri, il panettone, il brindisi e poi le tessere. Stasera il Pd di Macerata si ritrova all’asilo Ricci per la festa prenatalizia, durante la quale si passerà tra i tavoli non solo a raccogliere la quota per la cena, ma anche i venti euro per la tessera.

Perché finora sono troppo poche. Va bene che il 2013 è stato anno di congressi (comunali e provinciale) e quindi le tessere hanno avuto una naturale impennata rispetto alla media, ma l’ultimo dato provinciale, quello dei primi di novembre, dava un risultato piuttosto allarmante: circa il 50 per cento di iscritti in meno in provincia.

A Civitanova, tanto per fare un esempio, sono 150 rispetto ai 400 dell’anno scorso e a una media che si attesta a quota 300. Poco meglio in città: le tessere sono 120, contro le 280 del 2013 e le 230 di media. La tendenza è chiaramente nazionale: al pieno di voti delle Europee ha fatto da contraltare il crollo della militanza. E anche da noi, in una delle periferie dell’impero, la situazione è sostanzialmente identica. Negli ultimi tempi c’è stata un’accelerazione, che sarà accentuata negli ultimi giorni dell’anno per chiudere il 2014 con un passivo meno pesante. Se a Macerata si va a cena, a Civitanova domenica è in programma l’assemblea degli iscritti. Ma che si finisca con il segno meno è inevitabile.

«Recentemente abbiamo cercato di migliorare i numeri – dice il segretario provinciale Teresa Lambertucci – e gli effetti positivi si sono visti. Parliamo di un trend generalizzato, a mio avviso anche perché ci stiamo spingendo verso altre forme di militanza, di rappresentanza e di partecipazione, basti pensare al ruolo che per esempio hanno i social network. Poi, oltre al fatto importante che quest’anno non ci sono stati congressi, c’è anche un’ondata di sfiducia nei confronti della politica in generale. L’effetto Renzi? Lui ha dato una fisionomia diversa al partito: in tantissimi si sono avvicinati al Pd, gente che prima non ci aveva mai votato, ma che ora magari non arriva a tesserarsi».

«La tendenza è sicuramente preoccupante – conferma Paolo Micozzi, segretario cittadino – soprattutto se legata a ciò che è accaduto in Emilia Romagna tra primarie ed elezioni. Per quanto ci riguarda, noto comunque che quando si organizzano incontri su questioni concrete, la risposta non manca: basti vedere quanta gente c’era all’incontro sulla sanità all’asilo Ricci o al convegno del Claudiani con David Sassoli». Qualche dato confortante non manca: «Siamo ripartiti a San Ginesio – dice la Lambertucci –, dove da due anni non si faceva tesseramento, e a Matelica il numero degli iscritti è superiore a quello dell’anno scorso». Piccoli segnali positivi, ma insufficienti per curare il mal di tessera del Pd.