Scende in politica la prof dell’Ave Maria a lezione

Clara Ferranti in campo con il Popolo della famiglia

Clara Ferranti

Clara Ferranti

Macerata, 9 gennaio 2018 - Più famiglia, più casa, più figli, più tempo da concedere ai propri affetti e maggiore riconoscimento del ruolo della donna-mamma: sono le basi del progetto ‘Popolo della famiglia’, il nuovo soggetto politico che vede come leader nazionale Mario Adinolfi e che ieri ha presentato il circolo di Macerata, il quarto nelle Marche. Tra coloro che sono pronti a ‘scendere in campo’ anche la professoressa Clara Ferranti, docente all’Università, balzata alle cronache, come lei stessa ha raccontato, «per essere quella dell’Ave Maria, una situazione che in tre giorni mi ha letteralmente investito senza che ne capissi il perché – ha aggiunto –. Ma ancora adesso, a distanza di settimane, ricevo mail e messaggi di persone che mi manifestano il loro sostegno».

La professoressa racconta di aver aderito al movimento perché rappresenta il «rinnovamento di una speranza che se n’era andata. Non credevo più nella politica italiana – precisa –, ho sempre votato più per dovere che per reale convinzione, ma con il Popolo della famiglia ho visto realizzarsi una mia preghiera». Gli obiettivi del movimento – che ha visto anche l’adesione di Maurizio Nardozza (portavoce), Barbara Archeri, Domenico Gallo, Paolo Ruotolo e Andrea Soverchia – sono stati presentati da Alessandro Lippo, che si sta occupando della creazione dei circoli in tutta Italia, e dal coordinatore nazionale Mirko De Carli.

«Questa è un’altra piccola comunità del Popolo della famiglia, una piccola comunità di persone che si impegnano e che ci mettono la faccia – ha detto De Carli –. Siamo convinti che entreremo in Parlamento e che non faremo accordi al ribasso come fatto dalle altre forze politiche in questi anni. Noi non siamo solo quelli del Family day. Siamo anche quello, ma siamo quelli che a Pesaro hanno contrastato il decreto Lorenzin sull’obbligo della somministrazione dei vaccini ai bambini e siamo quelli che hanno detto no allo Ius soli. Vogliamo riportare la parola speranza all’interno del dibattito politico e riportare anche un segno più: per questo proponiamo più famiglia, con un fisco a misura di famiglie con figli, più figli garantendo un reddito dei maternità alle mamme che decidono di non lavorare, più tempo per stare in famiglia con l’obbligo di prevedere almeno tre domeniche a casa per chi lavora, più libertà e parità scolastica dicendo, ad esempio, no al gender nelle scuole».