Il rogo di Potenza Picenza. «C’era il gpl, rischiata la strage», il titolare: viene voglia di lasciare

L’amarezza di Gino Riccobelli il giorno dopo l’attentato incendiario

TRE ORDIGNI All’alba  di venerdì  è andata  a fuoco  una parte  della Futura Conglomerati in contrada Molino Gatti  a Potenza Picena (foto Roberto Vives)

TRE ORDIGNI All’alba di venerdì è andata a fuoco una parte della Futura Conglomerati in contrada Molino Gatti a Potenza Picena (foto Roberto Vives)

Macerata, 28 giuugno 2015 - «Poteva essere una strage». Ne sono convinti alla Futura Conglomerati srl, la ditta attiva nel settore delle cave che all’alba di venerdì ha subito un attentato incendiario che ha mandato in fumo macchinari e rimesse dell’azienda in contrada Molino Gatti a Potenza Picena. Il giorno dopo l’esplosione dei tre ordigni (un quarto è rimasto inesploso), il giovane titolare Gino Riccobelli presidia l’azienda, mentre i tecnici della ditta Bravi di Castelfidardo provvedono a bonificare la zona attorno alla tettoia in eternit della rimessa andata a fuoco.

NELL’AZIENDA c’erano anche delle bombole di gpl. «Se fossero esplose quando siamo arrivati a vedere cosa stava succedendo, con i vigili del fuoco e i carabinieri già sul posto, sarebbe stata una strage. Qui c’erano decine di persone», dice il padre del titolare. Per fortuna, nessuno si è fatto male: anche la famiglia del custode, che vive all’interno del perimetro dell’ex cava e che ha vissuto in presa diretta l’incendio, è uscita indenne dall’alba di fuoco. Tra chi lavora nella ditta, la voglia di parlare è pochissima. «Siamo giovani, siamo venuti qui soltanto per lavorare – taglia corto Gino Riccobelli, imprenditore di Loreto –. Ma evidentemente qualcuno non vuole. Non abbiamo mai subito minacce né avvertimenti. L’ho detto anche alle forze dell’ordine: non ho nessuna idea su chi possa esserci dietro. Ma vedendo quello che è successo ti viene voglia di lasciare tutto e andartene. Non vale la pena rischiare». L’amarezza è evidente: ancora non è chiaro neanche chi dovrà farsi carico dei danni (la cui entità deve ancora essere definita con precisione) e delle spese per la bonifica della zona.

L’INCERTEZZA è legata anche al fatto che l’azienda andata a fuoco è stata affidata alla Futura Conglomerati dal tribunale, dopo che per i precedenti proprietari della Maceratesi Asfalti (società piegata dai debiti) si aperta la procedura di concordato preventivo. Dopo i sopralluoghi dei tecnici di Arpam e Asur, ieri mattina è stata completata la bonifica della parte in eternit della rimessa andata a fuoco. La zona è rimasta off-limits per evitare che le polveri potessero essere inalate. Ora, almeno dal punto di vista ambientale, la situazione è sotto controllo.