Martedì 23 Aprile 2024

Le primarie dei dubbi

Lorenzo Moroni

Lorenzo Moroni

Macerata, 1 febbraio 2015 - E che primarie siano. Il primo marzo il Pd sceglierà il candidato sindaco, data raggiunta attraverso un percorso tutt’altro che semplice. La sfida Carancini-Mandrelli si rinnova, ma i democratici – sondando gli umori qua e là – appaiono tutto fuorché tranquilli. Il sindaco uscente si è ricandidato nonostante per lunghi tratti della sua amministrazione il principale avversario è stato il suo stesso partito. L’ex segretario ha accettato solo quando ha avuto la conferma – da Massimiliano Bianchini, vero ago della bilancia, evidentemente accontentato in qualche modo – che non sarebbe stato un triangolo.

E ieri, presentandosi, ha chiuso ribadendo un concetto caro al Pd, ma al quale in pochi credono: «Le primarie sono solo uno strumento, non il fine del partito. Mettiamo da parte le sfide personali». Ecco, se non ci fossero sfide personali tutti sarebbero d’accordo sul candidato e le primarie non avrebbero senso. Ovvio che per il Pd Mandrelli sia il candidato forte, con il solo dubbio che, qualora dovesse vincere, riproponendolo poi agli elettori possa sapere di minestra riscaldata. Ed è anche vero che Carancini parta svantaggiato, perché in cinque anni ha fatto arrabbiare più il Pd di quanto possa aver fatto con i cittadini.