Potenza Picena (Macerata), 19 aprile 2014 - Dieci mesi. Tanto avrebbe dovuto aspettare un pensionato di Potenza Picena, Carlo Urbani, per potersi sottoporre a un ecocardiogramma se non avesse pagato. A raccontare la storia è lui stesso, indispettito dal fatto «che è un insulto grave al patto stipulato dai cittadini con lo Stato». Per questo annuncia un esposto al ministro Beatrice Lorenzin e una denuncia ai carabinieri.

«Giovedì — spiega Urbani, ex dirigente d’azienda — vado allo sportello del poliambulatorio di Potenza Picena per prenotare un ecocardiogramma, per me assolutamente indispensabile. L’impiegata, in base al criterio della vicinanza al luogo in cui si poteva eseguire quell’esame, a Potenza Picena, mi propone l’appuntamento per il 9 febbraio del 2015, una data inusabile per me e improponibile per un utente. In alternativa, la data più vicina con il Servizio sanitario nazionale era a luglio, ma a Urbino, oppure a Pesaro o Ascoli. Allora chiedo di poter fare lo stesso esame ma a pagamento, e in questo l’appuntamento era per il giorno successivo, con appena 24 ore di attesa, e in cambio della somma 98 euro. Io ho dovuto pagare, nonostante abbia pagato per 35 anni la mia sanità. Anzi sono stati i sacrifici economici delle ditte dove ho lavorato che mi hanno permesso la quiescenza e la giusta aspettativa di cure».

Urbani è indignato. «Presenterò un esposto-querela alla stazione dei carabinieri, affinché il magistrato possa ravvisare eventuali violazioni da parte della filiera amministrativa della Sanità che parte dall’onorevole Beatrice Lorenzin, ministro della Sanità, passa per l’assessore regionale Almerino Mezzolani e il dirigente della Asur di Macerata. Non solo per ravvisare eventuali reati, negligenze o quant’altro, ma anche per costituirmi parte civile, qualora la controparte fosse condannata.

Tutto questo non perché mi interessi una soluzione «ad personam», ma perché desidero risvegliare le coscienze addormentate, o rassegnate. Con il mio lavoro, ho pagato moltissimi soldi allo Stato per garantire il sevizio sanitario a me e a chi è meno fortunato di me, e ora ci troviamo in queste condizioni? Non sono un buonista o un socialista, ma la sanità appartiene anche a noi, non possiamo sempre rassegnarci».

p. p.