Rapina a Camerino, il racconto choc del proprietario: "E' stato terribile: hanno sequestrato anche tre bambini"

Nuovi dettagli sull’assalto alla villa. Parla l’architetto Maurizio Sensini: "A mio figlio ho detto che quelle persone erano venute a giocare con noi"

La villa della famiglia Sensini assalita da cinque banditi

La villa della famiglia Sensini assalita da cinque banditi

Camerino, 16 novembre 2014 - Due famiglie sequestrate. Sette persone, tra cui tre bambini, due di quattro anni e una di dieci. Emergono nuovi particolari della serata da incubo nella villa di Renacavata a Camerino. Li rivela il proprietario dell’abitazione, l’architetto 55enne Maurizio Sensini. Sabato pomeriggio era in casa con la moglie Tiziana e il figlioletto di quattro anni. Stavano aspettando una famiglia di amici, arrivati poi quando i banditi avevano già fatto irruzione.

«Abbiamo sentito dei colpi fortissimi alla finestra – racconta – pensavamo fossero colpi di fucile dei cacciatori. Ho preso mio figlio e l’ho buttato a terra. Poi mi sono reso conto che era ben altro. Cinque uomini che avevano sfondato la portafinestra a colpi di mazza e stavano entrando in casa. Ho cercato di bloccarli con una poltrona, poi ho capito che non potevo fare niente, anche per non terrorizzare ulteriormente il bambino. Gli ho detto che quelle persone erano venute per giocare con noi». Incappucciati e armati di coltello, hanno subito chiesto a Sensini di aprire la cassaforte. Due nel frattempo si sono recati al piano superiore. Hanno rovistato ogni angolo della villa, dispensa esclusa. Poi hanno chiesto dove fosse la seconda cassaforte, forse perché sapevano che c’era davvero o forse solo per fare un tentativo. «Ho dovuto aprire anche quella – racconta Sensini –, perché avevo un coltello puntato alla gola».

I banditi hanno racimolato un bottino di diverse migliaia di euro tra gioielli e circa 500 euro di contanti. Hanno portato via anche l’hard disk dell’impianto di videosorveglianza, oltre ai cellulari dei proprietari di casa e alle chiavi della macchina per evitare che potessero chiamare i carabinieri o chiedere aiuto. «Ci hanno chiesto dove avrebbero dovuto lasciare i telefoni e le chiavi e noi abbiamo indicato un punto in fondo alla via».

Quando stavano quasi per andarsene è arrivata anche l’altra famiglia che era attesa per cena: padre, madre e due figli, uno di quattro anni, l’altra di dieci. Li hanno fatti entrare e anche loro si sono ritrovati nell’incubo. «Ma a quel punto – prosegue Sensini – avevano fretta. Il nostro amico ha provato a reagire, io l’ho bloccato». Poi la fuga dei malviventi a bordo di un’Audi Q5. Non prima di aver squarciato le gomme delle auto dei Sensini e degli amici. Il geometra ha provato anche a inseguirli, poi ha chiesto aiuto a un automobilista di passaggio grazie al quale ha potuto chiamare i carabinieri.

Dalle indagini è emerso che i cinque rapinatori, venerdì sera, erano penetrati in una struttura poco lontana dalla villa utilizzata come ritrovo dai cacciatori. Lì hanno trovato parti di cinghiale, lo hanno cotto e si sono goduti una gustosa cena. Poi hanno preso lì dentro i coltelli utilizzati la sera successiva per la rapina nella villa.