Mercoledì 24 Aprile 2024

Il rettore: «Facciamo di Villa Lauri il centro della cultura cinese»

Luigi Lacchè: “Ecco il progetto, ma il governo deve investire”

Il rettore Luigi Lacché illustra il progetto di Villa Lauri (Foto Calavita)

Il rettore Luigi Lacché illustra il progetto di Villa Lauri (Foto Calavita)

Macerata, 19 dicembre 2014 - «In Cina sono rimasti affascinati dal nostro progetto per Villa Lauri. Ma loro si impegneranno soltanto se anche l’Italia si dimostrerà credibile, facendo la sua parte. Ci siamo già attivati con il ministero per reperire il resto dei fondi». Luigi Lacché, rettore dell’Università di Macerata, non nasconde che la strada per evitare che Villa Lauri rimanga un monumento alle incompiute è in salita.

Se dalla Cina potrebbero arrivare quattro milioni di euro, in Italia bisognerà sudare per racimolare l’altra metà dei fondi. E mentre svela i primi rendering sulla Villa Lauri di domani, il rettore lancia l’idea di ospitare il museo di Matteo Ricci in un’ala del complesso di via Indipendenza. Rettore, in cosa consiste il progetto di recupero di Villa Lauri?

«Il progetto nasce dal grande lavoro fatto dal nostro ateneo sulla Cina. Una lavoro che si basa su tre grandi azioni. La prima riguarda gli studenti: abbiamo creato dal nulla una delle più importanti realtà italiane nella quale è possibile studiare il cinese. Poi c’è l’apertura dell’Istituto Confucio, una sfida in parte già vinta. Infine è stato creato il China Center, diretto dalla professoressa Francesca Spigarelli, rivolto ai rapporti con le imprese. A tutto questo si aggiunge lo straordinario valore in Cina di una figura maceratese come Matteo Ricci. Avendo l’Università una villa che, per dirla con un eufemismo, versa in condizioni decadenti, abbiamo pensato di costruire un progetto che valorizzi tutti questi aspetti. L’idea è di portare a Villa Lauri la sede dell’Isituto Confucio, il China Center, aule, un auditoriun da 400/500 posti, una biblioteca, una foresteria con 40 posti letto, una caffetteria che proponga un mix di cibi italiani e cinesi. Peraltro anche la Normal University di Pechino potrebbe aprire una sua filiale aMacerata. Insomma, stiamo lavorando a un hub che sia lo snodo della cultura cinese in Italia. Lo staff del nostro Ufficio tecnico ha elaborato un progetto di massima che abbiamo consegnato anche al viceministro dell’Educazione Xiu Lin. Si sono detti molto interessati».

A Villa Lauri c’è anche un parco dalle grandi potenzialità. Resterebbe aperto alla città?

«È nelle cose che il parco sia fruito dai maceratesi. È la nostra Abbazia di Fiastra dentro la città; è come Villa Ada o Villa Pamphili a Roma. Oltre alla struttura principale, il complesso ospita la casa del custode, la torre gotica, il tempietto, i garage. Un luogo del genere potrebbe anche ospitare il museo dedicato a Matteo Ricci, da realizzare con Comune, Regione e chiunque voglia contribuire. Sarebbe una grande attrazione per i turisti cinesi: ogni anno in Italia ne arrivano due milioni. Se Macerata riuscisse a intercettarne anche solo una minima parte, sarebbe una svolta per la città».

Dalla Cina potrebbero arrivare quattro milioni, ma il recupero di Villa Lauri ne richiede otto. Come reperire i soldi che mancano?

«In Cina abbiamo notato una grande attenzione, ma questo non significa che i quattro milioni ci siano già. Dovrà essere fatto un percorso e noi dovremo dimostrare di voler fare sul serio. Sono partiti i contatti con il ministero dei Beni culturali e abbiamo riscontrato un forte interesse. Presenteremo la richiesta di finanziamento, ma sappiamo che c’è un punto debole: Macerata non è il centro del mondo e gli investimenti potrebbero andare altrove. Per questo dobbiamo dimostrare che c’è un progetto solido e serio”.