Cattivo odore dai cassonetti sotto casa: risarcimento di 700 euro

Il giudice dà ragione a Marco Cecchetti, gestore del Terminal, nella causa contro la Smea

I cassonetti dei rifiuti (foto d’archivio)

I cassonetti dei rifiuti (foto d’archivio)

Macerata, 23 ottobre 2014 - Un risarcimento di 700 euro per i cassonetti sotto alla finestra di casa. E’ quanto ha ottenuto un maceratese, Marco Cecchetti, gestore del Terminal, il locale di borgo San Giuliano, e di uno chalet a Porto Potenza. I problemi erano nati nel 2011, durante i lavori per costruire il condominio «Le spighe» in via Pace. Il Comune aveva disposto che i cassonetti fossero messi nell’area davanti al condominio, ma con il cantiere aperto, per lasciare spazio agli operai, la Smea li spostò, piazzandoli proprio sotto alla finestra di Cecchetti, in borgo San Giuliano. I contenitori di rifiuti, anche dell’umido, non emanavano un buon odore, erano sporchi e attiravano topi e animali vari. Cecchetti dunque, assistito dall’avvocato Luca Froldi, provò a chiedere alla Smea di spostarli, minacciando di rivolgersi al tribunale per ottenere che li levassero da lì. Ma visto che la società non voleva saperne di ascoltare le sue ragioni, ritenendo di non dover discutere con i residenti la collocazione dei cassonetti, avviò una causa di risarcimento contro la Smea, contestando i cattivi odori e la sporcizia.

In primo grado, il giudice di pace Alessandra La Iacona diede ragione al maceratese, imponendo alla Smea anche di risarcirlo per i danni subiti. Ma la società pubblico-privata, assistita dall’avvocato Massimo Gentili, ha fatto appello, e così il caso è arrivato nelle mani del giudice Luigi Reale, e anche in secondo grado sono state riconosciute le ragioni di Cecchetti: il magistrato ha confermato l’obbligo di risarcire Cecchetti per i danni subiti, inoltre ha imposto alla Smea di pagare le spese legali dei due gradi di giudizio. Il maceratese per altro è stato risarcito dopo la sentenza del giudice di pace.