Uccise a coltellate il figlio di 13 anni la notte di Natale: assolta

Debora Calamai giudicata incapace di intendere e di volere

Debora Calamai e Simone Forconi

Debora Calamai e Simone Forconi

San Severino (Macerata), 23 settembre 2015 - Assolta perché incapace di intendere e di volere. E' la sentenza emessa dal Tribunale di Macerata nei confronti di Debora Calamai, la donna che la notte di Natale del 2014 uccise il figlio di soli 13 anni, Simone Forconi, con nove coltellate.

Calamai, come misura di sicurezza, dovrà rimanere 10 anni in una struttura protetta e ora si trova a Macerata Feltria (Pesaro Urbino). In sostanza, la donna è stata riconosciuta pericolosa per gli altri ma anche per se stessa. La perizia psichiatrica stilata dal dottore Gabriele Borsetti di Ancona ha stabilito che la donna era incapace di intendere e di volere a causa di un disturbo «schizoaffettivo bipolare».

Gli avvocati difensori - i legali Mario Cavallaro e Simona Tacchi - Calamai, che lavorava da precaria in una casa di cura per anziani, era seguita per problemi psicologici e già in passato aveva dato segni di squilibrio. Era separata dal marito e il piccolo Simone era stato dato in affidamento congiunto ai genitori. Il padre, Enrico Forconi, operaio di 40 anni, aveva chiesto negli ultimi tempi l’affidamento esclusivo di Simone e il 30 gennaio infatti la donna si sarebbe dovuta sottoporre a una consulenza necessaria per valutare le sue effettive condizioni.

Erano stati i condomini del palazzo in cui abita la Calamai, in via Zampa 70, a dare l’allarme la notte della Vigilia di Natale, dopo le 21.30. I vicini avevano sentito le urla della donna e di Simone. Il ragazzino, che frequentava la terza media, aveva cenato con la madre e stava aspettando il nonno paterno per trascorrere il Natale con i parenti del padre. Sembra che la donna abbia inseguito il figlio adolescente fin sul pianerottolo, colpendolo poi per nove volte con un coltello da cucina, quattro volte al petto.