Venerdì 26 Aprile 2024

Sequestrate 200mila borse cinesi con la falsa indicazione ‘made in italy’

Evasi al fisco 20 milioni di euro, sei le persone denunciate

Macerata, sequestrate 200mila borse cinesi

Macerata, sequestrate 200mila borse cinesi

Macerata, 26 gennaio 2015 - La guardia di finanza di Macerata, nel corso di un’operazione denominata ‘China factory’, ha sequestrato oltre 200.000 articoli di pelletteria (borse e zainetti) con la falsa indicazione ‘Made in Italy’, ha scoperto un’evasione fiscale di circa 20 milioni di euro, con violazioni all’Iva per circa 5,5 milioni e sui dazi doganali per circa 300mila euro, e ha constatato inoltre violazioni alla normativa antiriciclaggio per circa 3,5 milioni di euro. Sei persone sono state denunciate e la procura della Repubblica di Macerata ha disposto il sequestro per equivalente di beni per oltre 4,5 milioni di euro.

Le indagini sono durate un anno e hanno rilevato numerose condotte di rilevanza penale e amministrativa, dall’evasione fiscale a reati in materia di tutela del Made in Italy, all’evasione di dazi doganali e l’illecito trasferimento di denaro contante trasportato da imprenditori italiani in banche di San Marino. L’attività illecita è stata posta in essere da alcuni imprenditori italiani ai quali facevano capo diverse società gestite da soggetti di etnia cinese ubicate tra Marche, Abruzzo e Toscana.

Da un lato, gli imprenditori nostrani acquistavano beni da imprenditori cinesi senza che venisse emessa fattura oppure li importavano dalla Cina dichiarando in dogana un valore inferiore rispetto al corrispettivo effettivamente pagato, in modo da evadere dazi doganali e Iva. Dall’altro, articoli di pelletteria (prevalentemente borse, borse da viaggio, zainetti, cinture) di origine cinese e indiana venivano venduti spacciandoli per prodotti Made in Italy mediante operazioni di riconfezionamento che prevedevano la rimozione delle eventuali etichette riportanti l’indicazione di provenienza extracomunitaria e la successiva apposizione di etichette riportanti gli identificativi delle ditte italiane verificate. La gran parte di questi articoli veniva venduta senza emissione di fattura a imprenditori operanti nel territorio nazionale, nella Repubblica di San Marino e in Spagna.

E’ a San Marino che sono stati scoperti alcuni conti correnti riconducibili agli indagati, alimentati per la gran parte dal denaro proveniente dall’omessa fatturazione o sottofatturazione. Nel corso di perquisizioni effettuate l’operazione di rietichettatura era in corso, i soggetti sono stati dunque colti in flagranza di reato. I riscontri contabili hanno consentito di estendere le operazioni ispettive a numerose imprese operanti nel settore della produzione o commercio di prodotti di pelletteria.

Tra gli altri, sono stati individuati due imprenditori di etnia cinese residenti in Abruzzo e Toscana, i quali hanno ceduto a imprese italiane ingenti quantitativi di articoli senza emettere alcun documento fiscale, usando come intermediario un connazionale, con sede dell attività nelle Marche, che ha funto da cartiera con l’emissione di fatture soggettivamente false.

Inoltre, attraverso l’esame di una sorta di contabilità parallela in nero, trovata dai finanzieri durante le perquisizioni, è stato possibile identificare e segnalare ai reparti territoriali circa 60 imprese su tutto il territorio nazionale che hanno acquistato beni senza emissione di fattura. Nei giorni scorsi i militari della compagnia di Macerata hanno eseguito l’ultima parte dei sequestri per equivalente per oltre 4,5 milioni di euro complessivi, che hanno riguardato conti correnti e immobili in varie parti d’Italia.

(fonte La Presse)