Cavalleria-Pagliacci, dittico da applausi. E c’è anche la Rai

In platea la presidentessa Anna Maria Tarantola e il governatore Luca Ceriscioli

La presidente Rai Anna Maria Tarantola con Pettinari, Carancini e Ceriscioli

La presidente Rai Anna Maria Tarantola con Pettinari, Carancini e Ceriscioli

Macerata, 19 luglio 2015 – Ottima accoglienza per il dittico «Cavalleria rusticana» e «Pagliacci» (molti applausi per la protagonista Anna Pirozzi), secondo atto del Macerata Opera Festival andato in scena ieri sera allo Sferisterio.

Tra gli spettatori c’erano anche la presidente della Rai Anna Maria Tarantola e il governatore delle Marche Luca Ceriscioli. La presidente Rai è stata accolta dal sindaco Romano Carancini, dal presidente della Provincia Antonio Pettinari e dal direttore artistico Francesco Micheli. Poi ha seguito l’opera dal palchetto d’onore insieme al sindaco. «Non è la prima volta che vengo allo Sferisterio – ha detto invece il governatore Ceriscioli – perché sono un grande appassionato di lirica». Ma veniamo all’opera.

Dice il regista Talevi: «È stata vera e propria sfida mettere in scena le due rappresentazioni in uno spazio aperto così ampio. Credo di esserci riuscito al meglio, senza perdere di vista ciò che ritengo importante trasmettere al pubblico: la solitudine di Santuzza in ‘Cavalleria Rusticana’ e la voglia di Nedda in ‘Pagliacci’ di fuggire da un mondo solo apparentemente felice e spensierato, ma che in realtà si rivela cupo e triste».

Uno squarcio di vita. È questo il significato profondo ed essenziale del lavoro sul verismo italiano del regista Alessandro Talevi. Lo ha spiegato proprio ieri mattina, durante l’appuntamento degli Aperitivi culturali agli Antichi forni. Per raggiungere il risultato, Talevi si è affidato al contrasto tra l’immagine idealizzata ed esotica del sud e le drammatiche vicende che vedono coinvolti i protagonisti. Senza dimenticare mai che nell’ultimo decennio dell’Ottocento le opere furono il risultato di un concorso dell’editore Sonzogno, dove questo sud fantastico viene descritto a uso e consumo della borghesia del nord, che a quel mondo guardava con una curiosità dagli accenti morbosi, quasi dal buco della serratura. Il contrasto è dunque quello tra l’immaginazione che corre e la dura realtà che caratterizzava un mondo contadino disperato, povero, dai riti arcaici. Un mondo di cui Talevi conosce gli echi, essendo figlio di italiani emigrati in Sudafrica. Insomma, c’è un cuore nero al centro delle cose e c’è l’ambiente circostante.

Un conflitto che, ad esempio, estromette la Santuzza di ‘Cavalleria’ dal «cerchio magico» del suo villaggio idealizzato, o è rappresentato attraverso il grottesco dei costumi di ‘Pagliacci’. La scenografia tutte curve e la balaustra centrale sono il filtro Art Noveau che aiuta a metabolizzare l’azione su cui si stagliano la Santuzza e la Nedda, entrambe interpretate da Anna Pirozzi, protagonista con Rafael Dávila. I cast sono completati da Alberto Gazale, Chiara Fracasso, Elisabetta Martorana, Marco Caria, Pietro Adaini, Giorgio Caoduro, Andrea Cutrini, Francesco Solinas. Dirige Christopher Franklin, scene di Madelein Boyd, costumi di Manuel Pedretti, luci di Alessandro Verazzi.