Mercoledì 24 Aprile 2024

Messa finita nella chiesa gioiello. Opere d'arte in balia dell'incuria

Macerata, chiusa da due anni. "Mancano i soldi per ristrutturarla" di Lorenzo Monachesi Invia le tue segnalazioni a [email protected]

Sottoinchiesta

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MACERATA, 28 SETTEMBRE 2014 - UN BENEFATTORE ha dato un contributo perché possano suonare le campane quando sarà riaperta la chiesa di San Giovanni, un gioiello del 1600 incastonato nel centro storico di Macerata. Ma quando? È questo il punto. Il problema è che la chiesa è particolarmente grande e ci sono da fare sempre i conti con i fondi disponibili per portare a compimento gli interventi di ripristino e di recupero dei dipinti e dei marmi. Conclusione: i soldi non bastano, la chiesa di San Giovanni è chiusa da due anni e non si sa quando potrà riaprire.  La diocesi ha messo sul piatto 150mila euro e la Regione 650mila. L’ideale sarebbe trovare qualche altro benefattore. Serve allora una sinergia per restituire alla collettività questa chiesa seicentesca grande quanto la cattedrale che nel piano inferiore ha altri spazi un tempo utilizzati come oratorio e in parte dati alle associazioni.

«DUE ANNI fa la chiesa — spiega don Gianluca Merlini, segretario generale della curia — è stata chiusa per ragioni di sicurezza. Nel frattempo sono stati completati i lavori di ripristino della facciata, del tetto e della cupola. Adesso ci sono impalcature enormi all’interno. Nelle prossime settimane gli operai torneranno a lavorare».  Il recupero della chiesa di San Giovanni presenta un elevato valore sul piano culturale. «È piena — spiega don Merlini — di opere d’arte molto importanti. Ci sono sei cappelle laterali e c’è poi una storia legata ai gesuiti e a padre Matteo Ricci. Non mancano elementi significativi del suo valore sul piano storico e architettonico».

LA CHIESA è stata costruita nel 1625 su disegno dell’architetto Rosato Rosati. L’interno è a croce latina ed è ricco di dipinti, marmi e stucchi. E allora è comprensibile l’amarezza dei turisti quando vedono chiusa la chiesa mentre fanno il giro tra gli storici palazzi del centro. Ecco quindi la necessità che ci sia un impegno anche collettivo perché i lavori possano subire un’accelerazione. C’è in piedi anche un altro progetto avanzato dal precedente vescovo e cioè quello di realizzarvi un auditorium. A tal proposito era stato raggiunto un accordo con la Fondazione Carima. «Potrebbe diventare un luogo — aveva spiegato monsignor Claudio Giuliodori due anni fa — per ospitare manifestazioni artistiche, performance teatrali, concerti di musica sacra, incontri, dibattiti. In questo modo aggiungeremo un altro tassello per Macerata città della cultura che già vanta luoghi di grande prestigio».  Nel luglio scorso è subentrato un altro vescovo e ora spetterà a lui decidere se continuare su quella strada. Ma adesso è indispensabile completare i lavori e recuperare la chiesa così come è successo con la chiesa barocca di San Filippo, tornata al suo antico splendore dopo essere stata chiusa per tanti anni.

di Lorenzo Monachesi