I ragazzi dell’Accademia raccontano padre Matteo Ricci

«Per l’opera lavoriamo anche 12 ore al giorno»

Alcuni studenti

Alcuni studenti

Macerata, 5 luglio 2017 - )«SHI», si faccia: c’è grande fermento, al teatro Lauro Rossi, per la prima mondiale dell’opera da camera ispirata alla vita di Padre Matteo Ricci, che andrà in scena il 20 e 26 luglio e poi il 2 e il 9 agosto.

Non si dorme più, da una settimana a questa parte, raccontano i ragazzi dell’Accademia di Belle Arti, al lavoro 12 ore al giorno: questi ragazzi firmano progettazione di scene, costumi e luci. Libretto e regia di Cecilia Ligorio, direttore Carlo Boccadoro. Un’esperienza che vede protagonisti, dietro le quinte, i ragazzi dell’Accademia: Tatiana Mazzola, 24 anni, di Catania, è la fotografa di scena. «Ho imparato, prima di tutto, a rapportarmi con gli altri, lavorando a un’opera molto importante», sottolinea. Maria Silenzi, 25 anni, di Monte San Giusto, Sara Zeverino, 23 anni, di Santeramo in Colle (Bari), Veronica Fichera, 23 anni, di Misterbianco (Catania) sono tra le ragazze del fashion design: il lavoro è stato lungo, delicato e complesso.

«Nella prima fase, da novembre, ci siamo concentrate sulla lettura del libretto – spiegano -, l’analisi del copione, del disegno dei costumi e della progettazione. Disegni e stoffe a febbraio erano pronti. Abbiamo tinto i tessuti, lavorando in campagna, dove abbiamo fatto bollire polveri solubili con il sale, che fissa, e poi tinto i tessuti, per lo più seta cruda, cotone, lino. Ora via ad altri trattamenti, mettendo i vestiti sotto la luce».

Grande la mole di lavoro: «Spesso ci siamo portate il lavoro a casa – sottolineano -. Non è stato semplice conciliare vita privata, accademica e professionale. Ma ne è valsa la pena». Alla scenografia, tra gli altri, Mattia Federici, 30 anni, di Verano Brianza (Monza): «Questa scenografia è uno spazio della mente – spiega – in cui emerge un uomo, moltiplicato per tre, che fa i conti con se stesso. Viene rappresentata la sua storia, vista dal di dentro. È un viaggio che compie all’interno di se stesso, ed è una storia universale, che può essere di ciascuno di noi, perché fatta di scelte, dubbi, paure, perplessità, ma anche di una grande forza». Per la scenografia, con Federici, lavorano Martina Graziosi, 25 anni, di Jesi, Marica Scarponi, 28 anni, di Camerano, Chiara Ulisse, 24 anni, di Osimo: «Per noi è la prima esperienza seria di lavoro – precisano -, i professori ci aiutano, ma qui ciascuno è il capo di se stesso. In ogni caso, sia di sbaglio sia di successo, la responsabilità sarà stata la nostra. Siamo molto tesi, ma anche molto emozionati». Maria Elena Mafrici, 24 anni, di Osimo, e Antonio Lelii, 21 anni, di Sant’Egidio alla Vibrata, raccontano l’emozione più grande, «cominciare dallo spartito soltanto e contribuire a trasformarlo in un’opera. Siamo sorpresi, poi, di come l’effetto luci stia venendo proprio come nei rendering, come l’avevamo pensato all’inizio». I docenti dietro ai ragazzi sono Enrico Pulsoni e Benito Leonori, Francesca Cecarini e Giancarlo Colis. Tra i curiosi di un’anteprima dello spettacolo, ieri, fa capolino in platea anche Nicola Pamio, che sarà nel ruolo di Goro nella Madama Butterfly allo Sferisterio. È accompagnato da due ragazzi cinesi, suoi allievi: «I miei studenti sono impazziti, quando hanno visto Macerata, sono rimasti molto colpiti dalla bellezza della città – spiega Pamio ., anche per me è la prima volta, ed è un peccato che ci sia stato il terremoto su un territorio come questo, dove si vede in ogni angolo un bene prezioso». Oltre ai citati, i ragazzi dell’Accademia sono Marjore Catozzi, Rebecca Quintavalle, Elisa Moretti, Lucrezia Mogetta (palcoscenico), Maddalena Ciminelli (attrezzeria), Putrika Rossetti, Francesca Di Mauro e Francesca Buia (costume), Davide Lupi, Leonardo Destro (video mapping), Alice Gentili, Sofia Mochi, Alissa Fiordelmondo (light design), Giada Campelli (fashion design), e le volontarie Sara Pedro, Bruna Oliveira e Maria Quintelas.