Macerata Opera Festival, Micheli lascia. "Ma continuerò ad aiutare la città"

Il direttore artistico se ne va dopo sei stagioni: "E' un ruolo da burocrate, sono autore e regista"

Macerata Opera Festival, Micheli lascia. "Ma continuerò ad aiutare la città" (Calavita)

Macerata Opera Festival, Micheli lascia. "Ma continuerò ad aiutare la città" (Calavita)

Macerata, 18 luglio 2017 - Francesco Micheli va via, però resta. Non sarà più direttore artistico del Macerata Opera Festival da settembre, quando scadrà il suo secondo mandato (2015-2017, il primo aveva coperto l’arco temporale 2012-2014), ma si metterà a disposizione di città e provincia per collaborare alle sfide che le attendono, prima fra tutte Macerata capitale della cultura 2020. E fiancheggerà pure la stagione lirica, attraverso la realizzazione di alcuni progetti speciali.

Ad annunciare quello che era nell’aria da un po’ di tempo – da quel «tutti siamo necessari, ma nessuno di noi è indispensabile per la vita dell’Arena» pronunciato da Romano Carancini, sindaco e presidente dell’Associazione Sferisterio, ormai nella primavera scorsa e anticipato dal Carlino – è stato lo stesso Francesco Micheli in una conferenza stampa che simbolicamente si è tenuta ieri, giorno di avvio, con l’anteprima giovani di «Turandot», dell’edizione 2017. Intorno al direttore uscente, ai Magazzini Uto c’erano, oltre a Carancini, il presidente della Provincia e vice dell’Associazione, Antonio Pettinari, il sovrintendente Luciano Messi e l’assessore alla cultura del Comune, Stefania Monteverde.

Insomma, la formazione era schierata al completo, perché la parola d’ordine ieri è stata «gruppo». L’hanno pronunciata tutti, per ribadire che dietro la scelta di Micheli di lasciare la guida artistica dello Sferisterio non c’è alcun dissapore o voglia di abbandonare la scena con un colpo di teatro, nonostante le tensioni con Messi. Micheli ha motivato la decisione con la voglia di tornare a fare a tempo pieno il suo lavoro, che è quello di autore, regista, ideatore di progetti. E non il direttore artistico, figura che ha sostanzialmente liquidato come un burocrate.

«Sono altri gli ambiti in cui posso dare qualcosa a questo territorio, verso cui la tragedia del terremoto mi ha reso ancora più emotivo, e non è invece il burocratico ruolo del direttore artistico – ha detto infatti Micheli –. Resto un pazzo, un folle, e questo territorio ha bisogno di follia. Avrò un altro ruolo, dentro e fuori lo Sferisterio. Torno a essere autore, regista, ideatore di progetti: solo così posso essere utile».

Il nuovo direttore artistico arriverà «molto rapidamente» ha assicurato Carancini, attraverso una procedura comparativa. E dal prossimo anno ci sarà anche un direttore musicale. Sipario (ma è solo una chiusura d’atto, l’opera non finisce qui).