Emiliano Froldi dietro le quinte del calcio. “Porto i giocatori in Premier League’’

Il procuratore maceratese di Promoesport: il primo acquisto di Mourinho al Manchester United è un nostro calciatore

Emiliano Froldi con Adama Traoré, al Middlesbrough

Emiliano Froldi con Adama Traoré, al Middlesbrough

Macerata, 22 ottobre 2017 - "In un anno vedrò 120 partite di calcio dal vivo che si aggiungono a quelle trasmesse in tv o attraverso internet". Non c’è da sorprendersi alle parole del 36enne maceratese Emiliano Froldi, del resto il calcio è il suo mestiere. "Faccio parte di Promoesport, agenzia di rappresentanza e intermediazione di calciatori, la cui sede principale è a Barcellona, che segue oltre 150 calciatori, ci lavorano 50 persone nelle nove sedi tra Europa, Africa e Colombia. Adesso seguo il mercato inglese".

Per esempio quali giocatori avete ora in Inghilterra?

"Adama Traorè al Middlesbrough e Bailly al Manchester United, quest’ultimo è stato il primo acquisto di Mourinho".

Come ha iniziato?

"Ero a Barcellona quando ho letto un annuncio: si cercava una persona che parlasse italiano, inglese, spagnolo e portoghese. Si chiedeva che fosse un appassionato di calcio e avesse esperienza giornalistica. Da allora sono passati 9 anni".

Qual è stata la prima mansione nell’agenzia?

"Responsabile della comunicazione di alcuni giocatori".

Chi c’era per esempio?

"Felipe Melo, allora era alla Fiorentina e tuttora lo seguiamo noi. Ma c’erano anche altri come il portiere Diego Alves, ora al Flamengo e nella nazionale brasiliana".

Che tipo è Felipe Melo?

"Un ragazzo eccezionale, dal 2009 siamo ancora in contatto e lui mi considera come uno di famiglia sebbene non lo segua più per lavoro".

C’è un aneddoto legato al centrocampista brasiliano?

"All’agenzia mi dicono di fare le valigie per 5-6 giorni, il tempo di chiudere il passaggio di Melo dalla Juve al Galatasaray. E invece sono tornato dopo un mese e mezzo".

È un lavoro quindi che richiede molta disponibilità?

"Sempre. Richiede una disponibilità 24 ore su 24 per 365 giorni, prenderò almeno 60 aerei all’anno e tante altre volte mi sposto in treno".

Quale è stata la maggiore soddisfazione?

"Forse il primo giocatore portato in Inghilterra. Si trattava dell’attaccante Rodrigo Rìos dal Barcellona B allo Sheffield. Si è trattato di un’operazione piccola, ma è stata la prima che ho condotto e quindi ha un sapore particolare. Poi ce ne sono state altre più grandi fatte con l’agenzia. Al Liverpool abbiamo portato Luis Alberto, che ora è alla Lazio, e Iago Aspas, ora al Celta Vigo; Melo e Telles all’Inter".

Cosa fa quando il mercato è chiuso?

"Il mercato non chiude mai. Poi i giocatori vanno sempre seguiti, le partite vanno viste per cui è un lavoro in cui non c’è mai un attimo libero".

Come individuate i giocatori più talentuosi da seguire?

"Abbiamo dei tecnici che fanno le valutazioni, poi ci si confronta. Inoltre abbiamo portato avanti per due anni un progetto di scouting in Africa in cui è emerso Bailly".

Il lavoro le assorbe molto tempo per cui torna poco a Macerata. Cosa le manca della sua città?

"La tranquillità delle nostre colline e il tempo che scorre lento, aspetti che si apprezzano di più vivendo tra Manchester, Londra, Barcellona e Istanbul".

Lei è appassionato di calcio, seguiva la Maceratese?

"Andavo all’Helvia Recina e anche in trasferta. Giocavo a porta per cui seguivo con interesse Musarra, mi piaceva molto Roberto Chiodi, del resto chi non ama gli attaccanti. E ricordo l’arrivo a Macerata di Cvetkovic. Poi chi segnava nel derby con la Civitanovese diventava automaticamente un mio idolo".