Macerata, 2 gennaio 2012 - MANCA solamente un partita per il giro di boa del massimo campionato di pallavolo e per fare un primo consuntivo sul cammino dei biancorossi la parola spetta di diritto ad Alberto Giuliani. «Parlare di consuntivo adesso è prematuro — esordisce —, perché questo è stato un inizio un po’ particolare in quanto abbiamo avuto poco tempo per conoscerci. Quando è cominciata la stagione abbiamo avuto tre settimane tipo e poi ha preso il via un massacrante tour de force tra viaggi e partite. A dicembre, per esempio, abbiamo sostenuto solamente otto allenamenti, mentre io sono abituato a farne almeno venti. Una cosa voglio sottolineare: il carattere e la volontà dei ragazzi messi in campo fino ad oggi. Tante partite, tante vittorie con la nota stonata di Vibo Valentia».

In genere una squadra assume il volto del suo allenatore. Lei ci è riuscito con la Lube?
«Sinceramente credo di sì, anche se mi piace ammettere che questa squadra mi somiglia molto già di suo, perché ci siamo trovati subito in buona sintonia su tante cose. La Lube è composta da atleti molto bravi, ma con pochi risultati importanti nel loro palmares e questo alimenta una grande fame in tutti noi, per cui cerchiamo di non mollare mai anche nelle condizioni più complicate e difficili».

Gli addetti ai lavori sostengono che Giuliani ha le caratteristiche dell’allenatore vincente. Condivide?
«Spero vivamente che non si sbaglino, perché vincere garantisce delle sensazioni bellissime e quando le hai provate vuoi fare tutto quanto nelle tue possibilità per riviverle».

Le esperienze maturate in giro per l’Italia e in situazioni molto diverse tra loro le sono servite per che cosa?
«Per accumulare esperienze importanti in tutti i settori a partire dalla conduzione di staff spesso differenti tra di loro».

Siamo arrivati quasi a metà percorso di questa stagione. Che voto darebbe alla sua Lube?
«Io credo che questa squadra meriti un bell’otto e mezzo, ma ritengo che mezzo punto ce lo abbia tolto la sconfitta di Vibo e un altro pezzettino il tie break perso a Istanbul nel quale gli arbitri ci hanno messo del loro. Per il gioco espresso, invece, do un voto ancora più alto».

La classifica attuale rispecchia i reali valori espressi dal campionato?
«Manca ancora una partita per essere a metà del guado, ma in genere il campionato a questo punto fotografa quello che le squadre hanno espresso. Trento ha un qualcosina in più di noi, che con Cuneo comunque siamo lì, mentre Modena sta lavorando per raggiungerci».

Che cosa ha di più Trento?
«La risposta sarebbe troppo scontata, ma io dico che l’Itas è una squadra con parecchi giocatori che hanno un buon feeling con la vittoria e nello sport in genere questo non è poco. Attenzione, però: noi questo feeling lo stiamo cercando e vogliano crearlo, costi quel che costi».

Però la Lube però lo ha battuto in casa.
«Le vittorie conquistate in regular season hanno poca importanza, se non per per accrescere l’autostima. Gli incontri veri sono quelli che valgono veramente qualcosa e debbono ancora arrivare».

La sua Lube spesso non gioca bene, ma riesce ugualmente a vincere le partite. Non è un bel segnale?
«E’ bellissimo. Denota notevoli capacità tecniche ma anche carattere e volontà che sono doti che personalmente apprezzo moltissimo. Io spero vivamente di poter giocare quanto prima una finale, perché sono curioso di vedere di che pasta siamo fatti e soprattutto quali potenzialità può esprimere veramente questa squadra».

Che cosa manca a questa Lube per fare il salto di qualità?
«Assolutamente nulla. Il nostro compito è quello di lavorare bene e con continuità perché solo in questo modo si può aspirare a certi obiettivi e si potranno conquistare traguardi importanti. La strada intrapresa è quella giusta, pertanto io sono sicuro che con il massimo impegno da parte di tutti non è utopistico aspirare a qualcosa di veramente importante».