Angiomi scambiati per metastasi, la perizia tarda. Emilio Moretti: "Torno a protestare"

L'udienza di novembre sliterrà

DIAGNOSI SBAGLIATA L’ultima protesta davanti al tribunale

DIAGNOSI SBAGLIATA L’ultima protesta davanti al tribunale

Macerata, 25 ottobre 2014 - «Io torno a manifestare, pacificamente per una questione di democrazia, per ricordare che tutti devono essere uguali di fronte alla legge, e che quello che è capitato a me potrebbe capitare a chiunque». Emilio Moretti, il sangiustese curato per cinque anni per delle metastasi che in realtà erano angiomi, è distrutto nel morale e nel fisico non solo dalle terapie, ma anche dai sei anni passati dalla sua denuncia, durante i quali non è riuscito ad avere neppure una sentenza su quanto accaduto.

«Per questo ho deciso di tornare a manifestare con i cartelli – racconta –. La Questura mi ha già dato l’autorizzazione, il Comune non ha ancora risposto alle email e alle raccomandate, ma non dovrebbero esserci problemi perché la mia protesta è del tutto pacifica. Ho chiesto di poter stare dal 27 al 31, di mattina, davanti al tribunale, e poi dal 3 all’8 novembre davanti all’ospedale. I motivi della mia protesta sono diversi. Per prima cosa, è possibile che la prossima udienza fissata al 12 novembre per il primo gruppo di imputati, i radiologi, venga rinviata: i periti di Perugia, dopo aver chiesto alcune proroghe, non hanno ancora depositato la relazione, e il giudice Daniela Bellesi aveva chiesto che lo facessero un mese prima dell’udienza perché le parti potessero leggerla prima del processo. Visto che la perizia ancora non c’è, a quanto mi ha detto il mio avvocato Sandro Giustozzi, sospetto che l’udienza sarà rinviata. Per l’altro gruppo di imputati, gli oncologi, le indagini si sono appena chiuse, a sei anni dalla denuncia. In più, mi sono anche sentito dire dal procuratore che la colpa è mia che non me ne sono interessato, quando ho fatto non so quante istanze per sapere a che punto fossero le indagini e per chiedere di essere sentito, istanze a cui nessuno ha mai risposto. Ma la mia protesta non riguarda più solo me, perché sia quella sanitaria che quella giudiziaria sono vicende che dovrebbero interessare tutti».