Venerdì 19 Aprile 2024

Renzi: "Funerale delle tasse sulla casa il 16 dicembre". Ue: "Valuteremo quando ci sarà il bilancio"

Il premier: "Cosa tagliare lo decidiamo noi, non Bruxelles"

Matteo Renzi (Ansa)

Matteo Renzi (Ansa)

Roma, 3 settembre 2015 - Matteo Renzi che uccide le tasse. E ne fissa anche il funerale, in scia agli annunci dei mesi scorsi. "Il 16 dicembre" gli italiani pagheranno la "seconda rata della Tasi, quello è il funerale delle tasse sulla casa", afferma il premier a Rtl 102.5, dove ribadisce la volontà del governo al taglio delle tasse sulla casa dall'anno prossimo. Stampa e addetti ai lavori (anche a Bruxelles) sostengono che l'ultima parola spetterà alla Ue. Anche sulle tasse da tagliare, visto che sulle coperture dovrebbe essere cruciale agire sui margini del deficit. E Bruxelles, a quanto riferiscono fonti della Commissione, sarebbe intenzionata a mettersi di traverso proprio sull'abolizione della Tasi. Renzi non pare dello stesso avviso: "L'Ue che si gira dall'altra parte sui migranti pensa di venirci a spiegare le tasse - spiega il premier -, c'è qualcuno a Bruxelles che pensa di mettersi a fare l'elenco delle tasse da tagliare, spero sia stato il caldo, le tasse da tagliare le decidiamo noi, non Bruxelles".  Il premier attacca duramente l'Europa: "Abbiamo avuto un paio di discussioni accese al Consiglio europeo, ho anche alzato la voce perchè due Paesi nuovi dicevano che l'Italia sugli immigrati fa polemica e ci mette la pistola alla testa. Io ho ricordato che se non ci fosse stata l'Italia e se non ci fosse l'Italia quell'ideale sarebbe morto, quindi prima di parlare del nostro Paese si sciacquassero la bocca". -Sul tema degli immigrati "l'Europa si gioca la faccia. E' fondamentale che si dia una bella svegliata e faccia la sua parte". 

REPLICA DELL'UE - In risposta la Commissione europea fa sapere che sulle decisioni che il governo italiano prenderà saranno fatte quando ci saranno i dettagli e la formalizzazione della bozza del bilancio 2016. La portavoce Annika Breidthardt dopo le dichiarazioni del premier Renzi osserva: "Siamo consapevole degli annunci, ma non abbiamo altre informazioni e le aspettiamo entro metà ottobre per procedere a una valutazione".

CRESCITA - Renzi sembra rinvigorito dopo i dati sulla disoccupazione (in calo) diffusi ieri e coglie l'occasione per togliersi qualche sassolino dalle scarpe: "Negli ultimi anni abbiamo fatto: governo Monti, 2012, -2,3%; governo Letta, 2013, -2,9%. Ora che siamo tornati non solo al più, al momento +0,6%, e crescerà ancora nei prossimi mesi, io credo - sottolinea il presidente del Consiglio - che si possa dire 'intanto torniamo a crescere, poi si farà meglio'".

SCUOLA - Oggi è scattata l'ora X per la scuola, sul sito del ministero sono stati pubblicate le destinazioni delle migliaia di precari assunti lontano da casa. "Le polemiche nella scuola sono naturali - dice il premier -, ma ci sono 100 mila posti di lavoro in più, e siccome per 20 anni si è tagliato nella scuola, oggi per la prima volta l'Italia mette più soldi sui suoi figli". E aggiunge:  "Ovviamente nelle assunzioni c'è chi non è contento, perchè deve spostarsi di qualche chilometro o perchè non viene assunto quando vorrebbe".

"MENO PARTECIPATE PER PROVINCIA" - Il premier anticipa alcune misure che saranno inserite nella legge di stabilità.  "Voglio che ci siano meno municipalizzate, che servono soprattutto a mantenere il posto all' ex politico di turno, metteremo un limite alle partecipate per Provincia e un limite ai revisori contabili". E questo perché "dobbiamo fare ancora un po' di pulito nella realtà della Pubblica amministrazione, voglio vedere rotolare ancora qualche poltrona nella legge di stabilità, su questo sono più rottamatore che mai". Si iniziano a intravedere, quindi, quei primi obiettivi di spending review che dovrebbe essere l'arma principale per abbattere le tasse.

SENATO  - Se sulla rivoluzione fiscale la partita sembra soprattutto con la Ue (per ora), sulla riforma del Senato Renzi se la gioca sul fronte interno al Pd. Il premier assicura che "la discussione al Senato mi sembra tranquilla sui punti fondamentali". Poi ammette che "ci sono elementi di differenza, non si è capito ancora cosa succede sull'articolo 2, ma l'importante è portare a casa un Paese che funziona meglio". Oggi il presidente del Senato Pietro Grasso ha dichiarato che per quel che riguarda la riforma del Senato "siamo davanti più a un nodo politico che regolamentare". La decisione Grasso su come affrontare le migliaia di emendamenti presentati al testo sarà fondamentale per il buon (e soprattutto rapidoo) esito della riforma.