Mercoledì 24 Aprile 2024

L'Ue si muove: vertice sui migranti. Londra chiude le frontiere a tutti

Francia, Germania e Gran Bretagna ottengono il summit. Roma isolata. La battaglia di Renzi: "Non è il momento di commuoversi, ma di iniziare a muoversi. Serve un diritto d'asilo europeo di Alessandro Farruggia

Siriani tentano di entrare in Ungheria dalla Serbia (Lapresse)

Siriani tentano di entrare in Ungheria dalla Serbia (Lapresse)

ROMA, 31 AGOSTO 2015 - QUANDO lo diceva l’Italia, spalleggiata solo dalla Grecia e da Malta, predicava nel vuoto. E allora, era il 26 giugno, aver ottenuto dal Consiglio europeo una redistribuzione straordinaria di appena 40 mila profughi in 2 anni – poi rivisti al ribasso a 32.256 dal consiglio Interni e Giustizia di luglio – sembrò un mezzo capolavoro, tenacemente intessuto dalla Farnesina. Adesso, complici Calais, Ventimiglia, la strage sull’autostrada austriaca e il dilagare della rotta balcanica, Germania, Gran Bretagna e Francia si sono svegliati e in un comunicato congiunto dei ministri dell’Interno hanno chiesto «entro due settimane una riunione d’urgenza del consiglio dei ministri dell’Interno e della Giustizia».

DETTO , fatto. «Allo scopo di valutare la situazione sul terreno, le azioni politiche in corso, e di discutere di nuove iniziative mirate a rinforzare la risposta europea il ministro dell’Immigrazione Jean Asselborn ha deciso di organizzare un consiglio Jai (Giustizia e Interni) straordinario – ha puntualmente informato la solerte presidenza lussemburghese – che si terrà il 14 settembre a Bruxelles, nel pomeriggio». Nel comunicato congiunto, Bernard Cazeneuve, Tohmas de Maiziere e Theresa May avevano sottolineato «la necessità di misure immediate» e ribadito la richiesta di «allestire ‘hot spot’ in Grecia e in Italia per registrare i migranti e identificare i richiedenti asilo». Obiettivo della riunione «avanzare concretamente verso le decisioni che dovranno essere prese nella riunione sull’immigrazione dell’8 ottobre». In questa ottica Francia, Germania e Gran Bretagna vogliono che «venga stilata una lista dei Paesi d’origine sicuri e di completare il regime di asilo comune, per proteggere i rifugiati e garantire il ritorno effettivo degli immigrati illegali nei Paesi di provenienza». Da notare che le pressioni per una politica più rigorosa sull’immigrazione che distingua nettamente tra migranti economici e i veri e propri profughi si stanno rafforzando nell’Ue. Basti pensare al caso dell’Olanda, che seguendo l’esempio inglese e finlandese da novembre ha stabilito che i richiedenti asilo che si vedono respingere la richiesta debbano lasciare il Paese entro 30 giorni, e comunque dopo quella data non possano essere più ospitati nei centri di accoglienza o ricevere sussidi. E c’è chi va molto oltre. Il ministro dell’Interno inglese Theresa May ha appena annunciato l’intenzione di restringere l’immigrazione dai Paesi Ue a chi ha un lavoro. Porte chiuse a chi è disoccupato e si sposta in Gran Bretagna per goderne del (ridimensionato) welfare.

PER L’ITALIA – che ha perseguito con tenacia l’internazionalizzazione della crisi – la richiesta di Germania, Francia e Gran Bretagna è comunque un insperato aiuto. Giusto ieri in una intervista al Corsera , Matteo Renzi era stato netto. «Questo è il momento giusto per lanciare un’offensiva politica e diplomatica. L’Europa deve smettere di commuoversi e iniziare a muoversi. È finito il tempo dei minuti di silenzio: si scelga finalmente di superare Dublino e di avere una politica di immigrazione europea, con un diritto d’asilo europeo. Questa sarà la battaglia dei prossimi mesi». «Ci vorrebbero mesi – ha aggiunto – ma avremmo un’unica politica europea di asilo, non tante politiche quanti sono i vari Paesi. Andremmo negli Stati di provenienza per valutare le richieste di asilo, evitando i viaggi della morte. Gestiremmo insieme anche i rimpatri». «Quello dei migranti – ha aggiunto il premier – non è un problema italiano su cui speculare per mezzo punto di sondaggio, ma una grande crisi mondiale e europea. Da affrontare a Bruxelles, non a Lampedusa». Adesso, con il placet delle camcellerie forti, si può provare a farlo.

di Alessandro Farruggia