Mercoledì 24 Aprile 2024

Minoranza senza sbocco

di Andrea Cangini

C’È STATO un tempo in cui la politica era fatta utilizzando la ragione e si rivolgeva ai sentimenti. È sempre stato così, in effetti. Eppure, osservando le dinamiche interne al Partito democratico, stiamo assistendo a un processo inverso: sembra che la minoranza antirenziana si muova sulla scorta del sentimento (un misto di rancore, frustrazione e insofferenza) nella convinzione che le sue scelte politiche verranno razionalmente comprese e apprezzate dall’opinione pubblica. Grave errore: la politica ha infatti regole diverse dalla matematica e a invertire l’ordine dei fattori si può essere certi che il risultato cambierà. Dichiarare guerra a Matteo Renzi sulla legge elettorale è una scelta irrazionale. È irrazionale perché il tema appassiona, e neanche tanto, solo gli addetti ai lavori, dal momento che, nell’era dell’astensionismo, la gente non è poi così interessata a sapere con quale legge elettorale non andrà a votare. È irrazionale perché dopo aver votato la riforma del mercato del lavoro (quello sì, terreno ideale per far nascere una sinistra alternativa) ingaggiare battaglia sul sistema di voto e sui criteri di composizione delle liste elettorali equivale ad ammettere che l’unica cosa per cui valga la pena lottare sia la propria rielezione.

È IRRAZIONALE perché non si capisce quale sia lo sbocco politico conseguente lo scontro. Ecco, lo sbocco politico. Quando ancora i politici usavano la ragione, e quando i sentimenti, e ancor più i risentimenti, non avevano un ruolo decisivo nelle loro scelte strategiche, ogni decisione era funzionale ad un possibile approdo politico e mai nulla di dirompente era deciso senza essersi posti il problema del dopo. Cosa faranno i deputati della minoranza Pd dopo essersi schierati ieri notte contro l’Italicum nel corso dell’assemblea del gruppo parlamentare? Dopo si vedrà, è la risposta. Ed è una risposta impolitica. EPPURE il film sembra già scritto: Matteo Renzi metterà la fiducia e i suoi intrepidi contestatori si divideranno tra chi la voterà turandosi il naso e chi digrignando i denti preferirà uscire dall’aula. Entrambe le fazioni sosterranno che la democrazia è in pericolo; anzi, che la democrazia è già stata bella che violata. E allora, razionalmente, chi assiste penserà: ma se il governo Renzi fa strame dei principi democratici, perché ogni volta che ne avete la possibilità evitate con ogni mezzo di sfiduciarlo?

di Andrea Cangini