Sequestrati i cassonetti per gli abiti usati

Indagine della Forestale nei Comuni della montagna: dubbi sulle autorizzazioni

I cassonetti sequestrati

I cassonetti sequestrati

Pavullo (Modena), 18 aprile 2015 - Sotto sequestro della Forestale decine di cassonetti gialli per la raccolta di scarpe e indumenti usati. I sigilli sono scattati nei giorni scorsi, e hanno interessato diversi comuni dell’Appennino, a cominciare da Pavullo, Fanano, Fiumalbo, Pievepelago, Lama Mocogno. Il sequestro preventivo è stato disposto dalla Procura, e sembra legato alla mancanza di autorizzazioni per la sistemazione dei cassonetti lungo le strade da parte della ditta interessata. In sostanza, si tratterebbe di bidoni abusivi. Per sistemare un cassonetto a bordo strada, occorrono, infatti, autorizzazioni specifiche rilasciate dagli enti preposti, in genere il Comune, oltre che dalla stessa Hera, nel caso in cui i contenitori siano sistemati nelle piazzole predisposte da Hera. Caso, quest’ultimo, che ha interessato anche molti dei bidoni gialli in questione.

La ditta sotto i riflettori delle inchieste ha sede a Reggio Emilia, ma sembra operare in diverse province. I cassonetti gialli, peraltro molto utilizzati dai cittadini per riporre vestiti usati e scarpe vecchie, non presentano l’indicazione di nessuna associazione di riferimento, ma soltanto un numero di telefono. Chi ci ha risposto ha dichiarato che il sequestro sarebbe legato a «problemi tecnici sui bidoni», e ha confermato di «raccogliere abiti usati sul territorio per poi rivenderli a ditte autorizzate che ne ricavano tessuti nuovi».

Sembrerebbe, però, che a monte delle indagini, tuttora in corso, si nasconda un problema più grande di un semplice inghippo tecnico sui cassonetti. Oltre alla mancanza di autorizzazione alla sistemazione dei bidoni, quindi alla raccolta, non è escluso che gli inquirenti stiano cercando di capire dove effettivamente venivano destinati questi abiti: il loro trattamento prevede poi un processo di igienizzazione regolato da norme qualora il prodotto fosse rivenduto o impiegato per altre lavorazioni. Peraltro è di poche settimane fa la notizia che nel Parmense sono stati rimossi dal territorio, perché abusivi, contenitori gialli per la raccolta di indumenti usati contrassegnati dallo stesso numero di telefono di quelli presenti nel nostro Appennino e ora sequestrati.