Alice Padovani vola a Londra, per lei una stanza di Artrooms 2016

L’artista modenese tra gli ottanta ospiti dell’evento al Melià White House

Alice Padovani in una delle stanze che ha arredato

Alice Padovani in una delle stanze che ha arredato

Londra, 13 febbraio 2016 - Ottanta artisti provenienti da 33 stati sparsi nel mondo, a ciascuno di loro la chiave di una stanza e la libertà di arredarla a piacere. L’evento si chiama Artrooms e per il suo secondo anno è stato ospitato – dal 22 al 25 gennaio – dal lussuoso hotel Meliá White House a Regent’s Park. L’idea è quella di dare spazio ad artisti indipendenti attentamente selezionati e provenienti da tutto il mondo, ma farlo con un format originale. Ad ogni artista viene assegnata una stanza nella quale creare liberamente il proprio spazio espositivo, così il visitatore camminando per i corridoi dell’albergo ed entrando nelle diverse camere ha un rapporto diretto con l’arte e l’artista che ci sta dietro, il quale è disponibile a rispondere a domande e curiosità e a parlare della sua storia.

Tanti gli artisti italiani nello spazio destinato all’Europa, tra cui la modenese Alice Padovani, a cui abbiamo dedicato la copertina del numero di novembre 2015 dell’inserto Mocu. La sua stanza centra a pieno lo scopo dell’evento, grazie ad una una saggia combinazione tra musica e disposizione delle opere (frutto di anni di esperienza come direttrice teatrale) crea un ambiente familiare in cui il visitatore, eventuale cliente, non solo ammira i pezzi, ma li vede già inseriti in un contesto d’arredamento. Tra i progetti portati dall’artista vi è ‘Short story of a hair lock’, che rappresenta un suggestivo groviglio di capelli che tende all’infinito, studiando il capello come elemento che racconta una storia e racchiude in se il tempo fermandolo nell’istante in cui viene tagliato.

Poi l’ampio mondo animale, come il toccante progetto ‘Small Compendium of Lost animals’ in cui attraverso lo studio di enciclopedie l’artista ha riprodotto i frammenti di animali ormai scomparsi da tempo. E ancora i meravigliosi uccelli paradisiaci, anch’essi a rischio d’estinzione, che «crescono in un’isola lontano da tutto e non avendo nemici naturali quello che fanno è mirare alla bellezza con colori sempre più brillanti», spiega Alice. La sua ricerca artistica si basa sulla memoria, sul preservare la bellezza e farlo attraverso la natura: «Mio padre è un esperto di entomologia e mia madre appassionata di fossili, fin da piccola sono sempre stata affascinata da quanto potesse essere meravigliosa la natura – racconta durante la conferenza tenutasi il 24 gennaio – è li che sta la vera bellezza, non nel pezzo d’arte in se».