Fucili e pistole, boom di vendite. "C’è paura e tanta rabbia"

Sicurezza, il titolare dell’armeria Lugli: "I nostri clienti? Soprattutto anziani"

I lavoratori della storica  armeria ‘Lugli’

I lavoratori della storica armeria ‘Lugli’

Modena, 29 novembre 2015 - L’insicurezza è il primo e più grave problema per oltre il 41% delle famiglie, un dato in aumento di oltre 10 punti percentuali rispetto al 2014. A rilevarlo è l’Istat, che in una recentissima indagine segnala come nelle paure dei cittadini la criminalità venga prima della crisi economica e dell’inquinamento. A ben poco servono le rassicurazioni di chi, anche sul nostro territorio, prova a sostenere che si tratta più di percezione che di realtà. I modenesi hanno paura degli assalti di bande violente, avvertono a forte rischio l’incolumità propria e dei familiari. Non si sentono affatto sicuri nelle proprie abitazioni, insufficientemente difesi dalle (poche) forze dell’ordine, per nulla tutelati dallo Stato. E così ogni giorno si allunga la fila di chi vuole imparare a sparare, ottenere la licenza e poter così correre a comprare un’arma. Negli ultimi dodici mesi la crescita è stata esponenziale. Ne abbiamo parlato con Marian Lugli, della storica ‘Armeria Lugli’: aperta dal 1974, sette dipendenti, è un punto di riferimento per il territori modenese e l’intero Nord Italia.

Dal bancone del negozio ha un punto di vista privilegiato: i cittadini come si sentono?

«Impauriti e arrabbiati. Basta venire qui un’ora per sentire il contenuto e il tono dei discorsi. Sono convinti che la situazione criminalità sia fuori controllo. E penso non abbiano affatto torto a pensarlo…».

In che senso?

«Le forze dell’ordine sul territorio sono poche rispetto alle esigenze, e soprattutto hanno armi vecchie e attrezzature non idonee. Ormai gli investimenti in questo senso sono davvero esigui, ai minimi storici. Come si può pensare che in queste condizioni si riesca davvero difendere la gente? D’altronde basta leggere le cronache dei giornali. Sembrano un bollettino di guerra».

E quindi?

«E quindi sempre più cittadini si rivolgono a noi».

Cosa cercano?

«Fino all’anno scorso c’era una richiesta enorme di spray antiaggressione. Ora invece si va direttamente sulle pistole semiautomatiche e i fucili a pompa».

Quanto è stato l’aumento delle vendite negli ultimi dodici mesi?

«Almeno del 30%. E il trend è di ulteriore crescita».

Perché ne è così sicuro?

«Facile. Oltre al ‘clima’ generale che non credo cambierà presto, l’incremento di persone che si rivolgono a noi per sapere come ottenere il porto d’armi è aumentato addirittura del 90%. È impressionante. E dopo aver ottenuto il documento passano da noi a fare compere. Vedesse quanti arrivano qui con gli occhi sbarrati chiedendo aiuto. Sono esasperati dalla difficile situazione e non ne possono davvero più».

Chi è il vostro cliente medio?

«Innanzitutto chi abita fuori città, magari isolato in campagna. E teme gli assalti, sempre più numerosi, delle bande criminali dell’Est Europa. Naturalmente ci sono anche coloro che abitano in centro e nelle prime periferie. L’insicurezza è una realtà purtroppo comune a tanti...».

Quale è la fascia di età che fa più acquisti?

«Gli over 60enni, seguono i giovani tra i 25 e i 30 anni, e poi i quarantenni».

Cosa vi dicono?

«Che non si sentono per niente difesi dallo Stato, e che le forze dell’ordine si vedono poco. E così decidono di armarsi. Magari organizzano anche delle ronde, ma senza pubblicizzarle troppo per non suscitare scalpore».

Quali sono le armi più richieste?

«I fucili a pompa calibro 12, molto indicati per la difesa abitativa. E poi le pistole 9 per 21».

Costano molto?

«Affatto. Ormai sul mercato ci sono prodotti che vanno dai 100 euro in su».

C’è chi fa anche richieste folli?

«Beh, quelle certo non mancano. Ad esempio c’è chi mi chiede di vendere il taser ma è vietato. Ma c’è anche chi compra fucili 500 magnum. ‘Così se entra qualcuno in casa il risultato è certo…’, mi dicono ridendo. Ma, al di là delle esagerazioni, l’offensiva criminale ha assunto sul territorio livelli di vero e proprio allarme. È inutile tentare di nasconderlo parlando di percezione. I cittadini si sentono sempre più abbandonati. E sono costretti ad armarsi per difendersi dagli asalti dei malviventi».