Attentato a Monaco, un modenese: "Io, in fuga dagli spari"

Il cameraman Maurizio Zironi era con la compagna quando sono partiti spari al centro commerciale

Attentato a Monaco, la città tedesca blindata (Ansa)

Attentato a Monaco, la città tedesca blindata (Ansa)

Modena, 23 luglio 2016 - Ha da poco cambiato vita, andando a vivere a Monaco con la compagna tedesca, e mai avrebbe pensato di trovarsi in mezzo a un attentato che fa pensare subito all’Isis. Maurizio Zironi, modenese, ex operatore di Trc-Telemodena, ieri si trovava poco lontano dal punto in cui uno o più attentatori (le notizie fino a tarda sera erano frammentarie) hanno cercato la strage.

«Qui c’è un fuggi fuggi generale – racconta al telefono – noi eravamo in centro quando abbiamo iniziato a vedere sirene, elicottero e gente spaventata. Era da poco avvenuta una sparatoria nella zona del centro commerciale Olympia Einkaufszentrum. Ci siamo rifugiati in un ristorante con altra gente e siamo stati lì per ore». Gli attentatori sono entrati in azione alle 18 e solo alle 21 passate Zironi ha deciso di tornare a casa a piedi: «Si parlava di un secondo attentato a una fermata della metropolitana vicina al centro, non eravamo affatto lontani... I mezzi pubblici sono bloccati – racconta a caldo – torniamo a casa a piedi ma abbiamo paura, il centro commerciale non è poi lontanissimo. C’è molta polizia, agenti dappertutto, ma non sappiamo se è finita. Le notizie rimbalzano, le persone hanno paura e scappano».

Zironi non pensava di trovarsi in una città a rischio attentati: «Qui sono stati accolti molti profughi siriani, arrivavano alla stazione centrale e c’è stata solidarietà, lo Stato è attrezzato e hanno ricevuto aiuti. Non mi aspettavo questo attentato». Zironi non sarà di certo l’unico emiliano residente a Monaco o nella città tedesca per affari o svago. Si tratta infatti di una meta abbastanza appetibile.

Fino a ieri sera erano almeno nove - ma fonti mediatiche parlavano di un bilancio più grave - le persone rimaste uccise e numerosi i feriti nella sparatoria nel centro commerciale Olympia, quartiere Moosach di Monaco di Baviera. Tre, in base alle ricostruzioni della polizia, gli attentatori poi fuggiti. Uno di loro, secondo un testimone, ha gridato «Io sono tedesco!» e ha inveito contro gli stranieri prima di aprire il fuoco, cosa che ha immediatamente lanciato ipotesi sulla natura dell’attacco: non matrice islamica, ma estremismo di stampo razzista? Altre voci parlavano del grido «Allah è grande». Non c’erano conferme neppure delle voci del suicidio di uno dei killer. La città dopo la sparatoria era letteralmente paralizzata, come ha raccontato lo stesso Zironi: dichiarato lo stato di emergenza, mentre i mezzi di trasporto sono stati bloccati, la stazione centrale evacuata, elicotteri sorvolavano la zona, la polizia ha esortato la popolazione a restare a casa ed evitare i luoghi pubblici.

Poco dopo le ore 20, circa un’ora e 40 minuti dopo le notizie della sparatoria, sono arrivate le immagini di agenti di polizia pesantemente armati che stavano circondando l’area di Karlsplatz (la fermata della metro di cui parlava Zironi), in un’operazione dichiaratamente separata da quella nel centro commerciale. Non è chiaro se per tentare di bloccare almeno uno degli attentatori o per una nuova emergenza.

La polizia ha poi detto che i fuggitivi erano probabilmente armati di fucili. La sparatoria sarebbe avvenuta nei pressi di un fast food del centro commerciale. La polizia di Monaco ha attivato un numero telefonico che diventerà snodo centrale per le informazioni relative all’attacco nella città bavarese, al quale potranno rivolgersi in particolare le persone che non hanno notizie dei propri cari, per segnalare i dispersi. Lo riferisce la polizia su Twitter. Il numero di riferimento è 0800 7766350. Il prefisso internazionale per la Germania è 0049.