Babbo Natale, un posto sicuro: in 300 accorrono all’annuncio

I disoccupati: «Fanno comodo 550 euro, poi non sei riconoscibile»

Un bambino  dà la sua letterina  a Babbo Natale  in un centro commerciale

Un bambino dà la sua letterina a Babbo Natale in un centro commerciale

Modena, 21 dicembre 2014 - In tempo di crisi anche un posto da Babbo Natale in un centro commerciale può rappresentare un’ancora di salvezza (e sopravvivenza) per arrivare a fine mese. Quel lavoro che mai avresti immaginato di fare, ma che nascosto dietro barba e cappello ti permette di passare inosservato, schivando l’imbarazzo di occhi conosciuti. E basta che sulla rete spunti un annuncio di selezione per scatenare l’inimmaginabile. «Età compresa tra i 45 e i 65 anni, corporatura robusta, disponibile a lavorare nei week-end pre-natalizi fino al 24 dicembre».

Questo l’identikit diffuso sui siti specializzati da un’agenzia interinale modenese a fine novembre. Retribuzione prevista: 550 euro per sette giorni complessivi. Tempo ventiquattr’ore e i curriculum inoltrati, per due posti a disposizione, erano già 150. Un numero impressionante, salito infine a 300, che fotografa l’insofferenza di una società che fa i conti con una crisi che non si ferma mai. Tra gli aspiranti ‘babbi’ c’erano infatti tantissimi disoccupati e cassaintegrati. «Niente di strano», dirà qualcuno, ma la vera sorpresa è stato trovare ragionieri, impiegati, commerciali, tanti laureati, in vario modo licenziati o lasciati a casa dalla propria azienda.

«In questi casi è determinante l’effetto di ‘non riconoscibilità – spiega una delle referenti della selezione –. Se anche il lavoro è per la città di residenza il fatto di dovere indossare barba e baffi cancella ogni imbarazzo. Un tempo si presentavano soprattutto animatori di mestiere, mentre oggi provano a riciclarsi in questi ruoli anche persone con curriculum di un certo livello». E per travestirsi da Babbo Natale non sono arrivati soltanto disoccupati, ma anche persone costrette a colmare un buco nel bilancio familiare, lasciato dal licenziamento improvviso di una moglie o di un figlio.

«Non tutti i candidati erano senza un impiego – conferma la selezionatrice – e molti di loro, sposati e con figli, mi hanno spiegato che il posto gli serviva per arrotondare». Così tra le sfavillanti luci natalizie, seduto su una comoda poltrona dentro una capanna di legno riprodotta alla perfezione, l’amato nonno con il barbone bianco che promette ai bambini di esaudire sogni e desideri diventa la fotografia di un Paese che non sa più dare risposte all’altezza delle proprie ambizioni. E dove indossare gli ingombranti vestiti da Babbo Natale rappresenta l’unico futuro ‘a breve termine’ possibile.