Sgominata rete esperta in frodi e bancarotta, 6 arresti e 11 milioni di beni sequestrati

La Guardia di finanza e la Procura di Modena hanno scoperto un meccanismo che permetteva di delocalizzare le imprese in Portogallo svuotandole delle ultime risorse

Il procuratore Lucia Musti insieme al comandante provinciale della Finanza, Pasquale Russo, e il colonnello Rotella

Il procuratore Lucia Musti insieme al comandante provinciale della Finanza, Pasquale Russo, e il colonnello Rotella

Modena, 30 maggio 2016 – Bancarotta fraudolenta. Riciclaggio internazionale. Plurimi reati tributari. Era un’associazione a delinquere operativa in tutta Europa quella sgominata oggi dal Comando provinciale della guardia di finanza di Modena.

Un’operazione, ribattezzata ‘Barqueiro’, che ha messo in campo circa 40 perquisizioni in Italia e all’estero coinvolgendo oltre cento finanzieri con l’ausilio di unità aree del Corpo, e le forze di polizia di Portogallo, Slovenia e Spagna e il prezioso supporto di Eurojust, Agenzia dell’Unione Europea che si occupa della cooperazione giudiziaria tra gli Stati membri.

Sei i provvedimenti di custodia cautelare emessi (3 in carcere e 3 ai domiciliari) e pari a 11 milioni di euro i beni , immobili e non, sequestrati.

Al vertice del sodalizio criminale c’era un commercialista reggiano, formalmente residente a Parma, ma ormai da tempo trasferitosi in Portogallo. Ben definito il modus operandi della banda: a loro si rivolgevano imprenditori in odore di fallimento, alla ricerca di un escamotage per evitare le conseguenze penali. Qui entrava in gioco l’associazione a delinquere che traghettava le imprese, la maggior parte emiliano-romagnole, verso il Portogallo. L’obiettivo era svuotarle degli ultimi beni rimasti, prima che incombessero le sentenze di fallimento in Italia. L’operazione, raccontata nel dettaglio in una conferenza stampa in Procura,, è stata eseguita dalla Finanza di Modena tramite vari blitz alle prime luci di questa mattina, su coordinamento del procuratore Lucia Musti e del sostituto Marco Imperato.

Tra i destinatari delle misure cautelari risultano due commercialisti, un ex dipendente di banca e altri imprenditori: c’è anche un cittadino italiano, collaboratore del collega emiliano, arrestato in Albania nei mesi scorsi dopo una lunga latitanza attraverso una richiesta di estradizione. In particolare, è emersa la pratica di compensare falsi crediti Iva. «Si tratta di una collaborazione inusuale per una Procura medio-piccola come la nostra, siamo tra i primi in questo senso ad aver fatto ricorso a Eurojust. Grazie anche al Gip di Modena- ha aggiunto Musti in conferenza stampa - per la tempestività di tutti i suoi provvedimenti».