Bimba morta dopo il malore in piscina, lo strazio dei genitori

“La nostra vita è finita insieme a quella di Malak”

La piccola Malak si era sentita male domenica scorsa alla piscina di Campogalliano

La piccola Malak si era sentita male domenica scorsa alla piscina di Campogalliano

Campogalliano, 2 luglio 2016 – «La mia vita se n’è andata insieme a lei. Persa. È come non avere più niente». Seduto sul suo divano Kalid Majid si sfoga, ogni tanto è costretto ad interrompersi perché il dolore gli toglie il fiato, poi riprende e racconta. Di com’era sua figlia Malak, morta ieri pomeriggio al Policlinico a cinque giorni dal malore che l’aveva sorpresa in piscina a Campogalliano. Di quella maledetta domenica, l’ultima passata con la sua bimba di 7 anni.

E dei suoi sensi di colpa. Non perché Kalid senta di aver sbagliato, ma perché domenica inizialmente aveva deciso di non portare la piccola Malak in piscina. C’era già stata sabato e lui era stanco a causa del Ramadan. «Invece verso le 4 di pomeriggio – dice Kalid – mi sono svegliato, ho visto la bimba tutta accaldata e annoiata davanti alla tv, e mi è dispiaciuto. Allora le ho preparato la borsa per la piscina e ce l’ho portata. Guarda, qui c’è ancora la sua roba...».

E quasi con rabbia da una borsetta di tela Kalid, originario del Marocco e in Italia da 13 anni con sua moglie Nadia, sfila un costume da bimba, un paio di mini-infradito e due braccioli gonfiabili.

«Ero lì con lei, in piscina, e con l’altro mio figlio che ha 12 anni – continua il papà –. Malak era nella vasca dei più piccoli e io ero poco distante, ma non in acqua. La tenevo d’occhio, e intanto chiacchieravo con un amico. All’improvviso è arrivato mio figlio, da solo. D’istinto mi sono girato verso la bimba e l’ho vista appoggiata con le braccia e la testa al bordo della piscina, con le gambe ancora in acqua. Ho capito subito che stava male e ho iniziato ad urlare. L’ho raggiunta in pochi secondi: un ragazzo l’aveva già tirata fuori e io ho chiamato subito il 118, mentre il bagnino cercava di rianimarla. Era ancora viva, semicosciente: non scorderò mai il suo ultimo sguardo, pieno di sofferenza, che mi ha rivolto quando l’ho abbracciata prima del trasporto in ambulanza. Devo ringraziare il medico che l’ha soccorsa, una donna: è merito suo se la piccola ha avuto qualche speranza di farcela».

Resta il mistero, però, sul tipo di malore che ha stroncato Malak. «Era una bimba sanissima – aggiunge il papà – allegra e sempre attiva. Molto prima del bagno aveva mangiato un gelato, ma era già passato un po’. Ancora non sappiamo spiegargcelo... Appena possibile la porteremo in Marocco per i funerali».

Ieri, nel frattempo, la piscina è rimasta chiusa per lutto. E Filippo Serafini, presidente della società sportiva che la gestisce l’impianto, ha voluto esprimere tutta la sua solidarietà alla famiglia Majid. «Siamo costernati – ha detto –, è una disgrazia che colpisce tutta la comunità. Siamo vicini ai genitori della piccola Malak e al suo fratellino, che gioca a calcio nella nostra polisportiva».