Cardiologia, contro la prof Modena uno studio falso

Il legale dell'ex primario ‘smonta’ una denuncia: "Non l’ha firmato"

Maria Grazia Modena

Maria Grazia Modena

Modena, 1 novembre 2014 - E’ partito un controesposto da parte dei legali della professoressa Maria Grazia Modena, in merito alle presunte accuse di ‘frode scientifica’ e ‘falso’ presumibilmente sollevate nei confronti dell’ex direttore di Cardiologia, in un esposto recentemente depositato in Procura. Lo stesso farebbe riferimento infatti a sperimentazioni eseguite su alcuni pazienti del Policlinico, effettuate senza consenso del comitato etico e successivamente ‘rapportate’ in una pubblicazione scientifica, sulla quale ora si apre un forte dibattito tra tutti i coivolti. E’ bene sottolineare come la ricerca a cui si fa riferimento (pubblicata su Heart e Forbes, sito americano divulgativo), nulla avrebbe a che vedere con le sperimentazioni oggetto del procedimento a carico della Modena e di altri indagati, nell’ambito della nota inchiesta.

Lo studio citato nell’esposto dall’avvocato Luigi Stortoni che, sempre presumibilmente, è oggetto anche dell’esposto presentato contro la professoressa Modena, risulta pubblicato su una prestigiosa rivista americana a gennaio 2013 ed è ritenuto dalla stessa Modena assolutamente falso. Il primo e fondamentale punto che l’avvocato porta all’attenzione del procuratore della Repubblica all’interno del fascicolo, è la data di approvazione della pubblicazione dell’articolo, ovvero il 12 novembre 2012. Il legale della Modena, infatti, fa ben notare come in tale data la loro assistita fosse sottoposta alla misura cautelare degli arresti domiciliari. Ne consegue che non avrebbe potuto in nessun modo firmare per la pubblicazione della ricerca, che per tale atto richiede l’approvazione scritta di tutti gli autori. Inoltre, scrive ancora l’avvocato nell’esposto, del fascicolo presentato alla Procura e al Rettorato contro l’assistita, la stessa ne avrebbe appreso l’esistenza solo attraverso i quotidiani. Nel chiedere che tale documento venga messo a disposizione anche della difesa, l’avvocato Stortoni spiega che il lavoro ‘incriminato’ risulterebbe condotto da altri medici e condensa dati asseritamente raccolti in un arco temporale compreso tra il 2002 e 2010 da sperimentazioni eseguite su ben 967 pazienti colpiti da infarto acuto.

E’ bene sottolineare che, secondo il fantomatico studio, su tutti i pazienti, previo consenso informato, sarebbe stato eseguito dopo l’angioplastica un esame non invasivo con Eco – Doppler vascolare delle carotidi e delle arterie femorali. I pazienti sarebbero stati poi divisi in tre gruppi e seguiti dal reparto di cardiologia per i successivi quattro anni. I risultati definitivi risulterebbero quindi catalogati nel 2011, anno in cui alla Modena, però, non venne rinnovata la nomina a primario del reparto. Secondo ancora quanto riportato dall’avvocato, nei nove anni di durata dello studio la cardiologa non sentì mai parlare del protocollo, né discusse dello stesso all’interno delle riunioni scientifiche. Nel ‘controesposto’ emerge inoltre come il dottore primo firmatario dello studio, arrivò nel reparto di cardiologia solo nel 2007, mentre la ricerca risulta iniziata nel 2002. Per quanto riguarda le modalità di ‘intervento’, emerge come i macchinari utili ad effettuare la ricerca, ovvero l’apparecchiatura ecografica e la sonda, siano arrivati nel nosocomio solo svariati anni dopo l’inizio di tale studio. Infine l’avvocato sottolinea l’impossibilità della cardiologa di fornire il consenso per la pubblicazione, in qualità di co-autore, essendo all’epoca ai domiciliari e precisa come la propria assistità già avesse inoltrato alla rivista su cui comparve lo studio, American Journal of Cardiology, la richiesta di eliminare il proprio nome dagli autori della pubblicazione. Visti i presupposti, il legale ritiene che in merito alla vicenda potrebbero ravvisarsi i presupposti per una denuncia nei confronti degli autori dello studio per i reati di calunnia e frode scientifica.