Carpi, un anno di accelerazioni e frenate

Ecco come è andata la stagione 2016-2017

Fabrizio Castori (foto LaPresse)

Fabrizio Castori (foto LaPresse)

Carpi (Modena), 8 giugno 2017 - Una stagione sulle montagne russe, la partenza lanciata, la frenata di inizio 2017, poi di nuovo a tutto gas fino alla super sfida a Benevento a caccia della quinta promozione degli ultimi 8 anni che però alla fine è mancata. La partita infatti è terminata 1-0 per il Benevento e la serie A è sfumata per i biancorossi di Fabrizio Castori. 

ESTATE. L’estate che segue alla retrocessione è ricca di ambizioni. Le conferme di Castori e Romairone danno continuità tecnica all’impresa sfiorata in A e la scelta della società di puntare ancora sul gruppo storico, rinforzato da un paio di pedine di qualità (Blanchard, Comi, Catellani più il riscatto di Crimi), sembra poter dar vita a un Carpi da primi posti. Si parte a Modena (4 gare), in attesa che l’ampliamento del Cabassi sia pronto, e i biancorossi cominciano col piede giusto. Il colpo a Vicenza, poi arrivano i successi su Entella, a La Spezia e col Latina, nel tanto atteso ritorno a casa. Un solo ko (a Cesena) nelle prime 9 giornate permette ai biancorossi di stare a ridosso dei primi due posti.

FRENATA. La sconfitta nel derby di Ferrara, nonostante i primi 45’ da sogno, fa intravedere i primi problemi e, allo stesso tempo, fa capire alla Spal che si può sognare. Il Carpi la cancella subito sbancando Perugia e volando per una notte al 2° posto, ma è un fuoco di paglia. Arrivano 2 soli punti nelle successive 4 gare e le sconfitte con Ascoli e a Bari riaccendono la spia della riserva.

DICEMBRE OK. Il solito dicembre a tutto gas riporta il Carpi a ridosso delle big, anche se la squadra di Castori continua a balbettare in casa (appena 2 successi nelle 10 gare dell’andata) e a volare fuori, dove sbancando Trapani e Salerno si segnala come miglior squadra esterna del campionato. Il 2016 si chiude senza il botto però: Pazzini rimonta Lasagna nel big match col Verona e poi le due incredibili punizioni di Sansone e Galabinov firmano il ko di Novara. Il Carpi chiude l’andata da sesto con 32 punti, ma i primi due posti (Verona +9, Frosinone +6) sono già lontani.

RIVOLUZIONE E CRISI. Gennaio è il mese della rivoluzione: tutti gli acquisti estivi, più Crimi, salutano, arrivano Mbakogu, Jelenic, Beretta e tanti giovani. La società punta tutto sulla voglia di riscatto della vecchia guardia, falcidiata però dagli infortuni che tengono fuori Di Gaudio per 3 mesi e hanno già messo ko Pasciuti a dicembre. L’avvio è da shock (un punto in 4 gare) e la sconfitta di Chiavari fa uscire per la prima volta i biancorossi anche dalla zona playoff. Il derby con la Spal sembra dare il colpo di grazia: fra grandi polemiche arbitrali i biancazzurri passano 4-1 e i biancorossi cominciano a guardarsi anche alle spalle.

LA RIMONTA. E’ il momento della svolta. Nonostante 9 assenze arriva lo 0-0 col Perugia che introduce le ultime 10 gare: il Carpi ritrova qualche pedina e le affronta col piede sul gas mettendo insieme 18 punti (nonostante i ko di Avellino e Cittadella) e vincendo le ultime 4 gare al Cabassi. Il pari di Verona e il 2-0 sul Novara certificano il reingresso nei playoff. Che sono storia attuale. Il Carpi fa paura, elimina Cittadella e Frosinone nell’epica semifinale del Matusa in 9 contro tutti, Ghersini compreso. Fino all’epilogo di stasera a Benevento: dentro o fuori dalla leggenda.