Doppia inchiesta sulla Cpl, si indaga anche sul metanodotto di Ischia

Oltre agli appalti sospetti nell’agro aversano, per cui Casari risponde di concorso esterno in associazione mafiosa, c’è un procedimento del pm Woodcock. L’ex presidente: «Dimostrerò la mia estraneità a tutto»

Roberto Casari, ex presidente Cpl Concordia

Roberto Casari, ex presidente Cpl Concordia

Modena, 28 febbraio 2015 - Sono due gli avvisi di garanzia arrivati a Roberto Casari, ex presidente Cpl Concordia. Dopo le rivelazioni del pentito Antonio Iovine, che ha chiamato in causa il colosso cooperativo modenese per appalti ‘sospetti’ con i casalesi nell’agro aversano, ha ripreso corpo un’inchiesta precedentemente aperta dal noto pm della Procura di Napoli, John Woodcock. Il magistrato, infatti, indaga da tempo sulla presenza della Cpl sull’isola di Ischia: il procedimento sembrava arenato ma dopo le esternazioni di Iovine lo stesso pm è sbarcato ad Ischia dove ha sentito alcuni dirigenti Cpl appositamente convocati. Siamo a giugno 2014. L’inchiesta vuole far luce sui rapporti tra alcuni politici dell’isola e la Cpl Concordia, la cooperativa che ha realizzato il metanodotto tra Bacoli e Ischia Porto. Ricordiamo che la Cpl è da anni impegnata nella costruzione delle reti e nella distribuzione del gas nel sud Italia. Ad attirare l’attenzione dei carabinieri delegati proprio da Woodcock, l’alloggio del personale Cpl in un albergo di Ischia, gestito dalla famiglia del sindaco dell’isola. Tra la multiutility e l’albergo sarebbe stata stipulata una convenzione per consentire al personale Cpl di alloggiare lì durante i lavori al porto. Secondo le indagini, la cifra pagata dalla cooperativa per alloggiare i dipendenti sarebbe di molto superiore al reale prezzo dei pernottamenti.

Quello che - secondo indiscrezioni - sta cercando la Procura di Napoli, è l’eventuale corrispettivo che avrebbe dovuto ricevere la cooperativa modenese. Ma dalle indagini non sarebbe emerso nulla di anomalo nell’appalto. Nessun favoritismo, anche perché quando la Cpl ha ottenuto i lavori il sindaco era un altro. Fatto sta che gli avvocati di Casari e della Cpl hanno ricevuto l’avviso di garanzia da Woodcock, che si aggiunge a quello recapitato pochi giorni fa da parte della Dda. Quest’ultimo è relativo a un’indagine dell’antimafia di Napoli che sta verificando le dichiarazioni del pentito Antonio Iovine, secondo cui il clan dei casalesi avrebbe favorito la Cpl nell’aggiudicarsi un appalto per la metanizzazione di alcuni Comuni in provincia di Caserta. La cooperativa modenese, secondo gli inquirenti, avrebbe a sua volta appaltato i lavori di posa delle tubature a ditte vicine al clan. Si tratta di lavori portati a termine tra il 1999 e il 2003. Casari, in questo procedimento, risulta indagato per concorso esterno in associazione mafiosa. «Sono tranquillo – ha detto – dimostrerò la mia estraneità alle accuse. Ho fiducia nella magistratura».