"Perché ho lasciato i Modena City Ramblers? Vi rispondo con un libro"

Al Kalinka di Carpi Cisco presenta la sua biografia

Cisco

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Modena, 27 settembre 2014 - ‘ECCO perché ho lasciato i Modena City Ramblers’. E’ il sottotitolo di Oh belli ciao!, il libro di Cisco Bellotti, ex frontman del famoso gruppo folk, che oggi verrà presentato al Kalinka di Carpi (alle 22). E’ la risposta alla domanda che i suoi fan gli fanno, da otto anni a questa parte, ogni volta che lo incrociano sotto il palco: «Perché te ne sei andato?».

Cisco, quando hai deciso di scrivere un libro?

«Ci ho pensato a lungo e tre anni fa, insieme al giornalista e scrittore Carlo Albè, abbiamo iniziato a lavorare al progetto. Dentro c’è la mia storia con i Mcr, ma c’è anche la mia infanzia a Carpi e la mia vita dopo l’uscita dal gruppo».

Partiamo dall’inizio: Carpi.

«Vivevo in un quartiere operaio ribattezzato il Cremlino. Lì il Pci prendeva il 96%. C’erano dei palazzoni rossi, è un luogo che mi ha segnato molto».

La musica?

«Siamo nel ’92. Mi annoiavo in un bar ascoltando brutte canzoni. Arriva un mio amico e mi dice: ‘Andiamo al Kalinka, c’è una band che fa musica irlandese. Io ero un patito dell’Irlanda, in quel periodo non pensavo ad altro».

Erano i Modena City Ramblers?

«Sì, ai loro primi concerti. Conoscevo tutte le canzoni che suonavano, a un certo punti mi hanno detto ‘vieni sul palco con noi’. In quel momento è iniziato un sogno».

Il successo arriva in fretta, vero?

«Sì, in soli tre anni cresciamo in modo impressionante. Io lavoravo in un negozio di dischi, nel ’95 mi devo licenziare per dedicarmi solo alla band. Il nostro primo disco autoprodotto (Riportando tutto a casa, poi uscirà per la Universal, ndr) fa il botto».

Otto anni fa la decisione di uscire dal gruppo. La domanda ‘fatidica’: perché?

«Leggendo il libro si capisce bene il motivo. Diciamo che quando ero coi Modena stavo sulla cresta dell’onda: i nostri dischi erano nella top ten, facevamo tantissimi concerti. Tutto bello, ma la mia vita privata era ‘devastata’. Oggi faccio cose più piccole, ma ho più tempo per me. Dopo l’uscita dal gruppo ho avuto tre figli. Prima non avrei potuto».

Gli anni di cui parli nel libro sono costellati di incontri. I più importanti?

«Sono tanti, da Manu Chao a Bob Geldof. Ma il più importante è stato quello coi miei ‘ex soci’, i Ramblers, a cui voglio davvero bene. Sono come fratelli».

Il libro, per il momento, è disponibile solo online, sul sito www.ciscovox.it.