Appalti alle ditte dei casalesi, indagati altri ex manager Cpl

Oltre a Casari, anche l’ex presidente Cns accusato di concorso esterno

Antonio Iovine esce sorridendo dalla questura di Napoli, 17 novembre 2010 (Ansa)

Antonio Iovine esce sorridendo dalla questura di Napoli, 17 novembre 2010 (Ansa)

Modena, 4 aprile 2015 - Sono quattro gli ex dirigenti di Cpl Concordia indagati per concorso esterno in associazione mafiosa nell’ambito dell’inchiesta della Dda di Napoli sulla metanizzazione di alcuni comuni dell’agro aversano, in provincia di Caserta. L’indagine - parallela e staccata rispetto a quella per corruzione sulla metanizzazione di Ischia - coinvolge oltre all’ex presidente della cooperativa Roberto Casari, anche Giuseppe ‘Pino’ Cinquanta, ex responsabile commerciale per la Campania di Cpl, poi diventato presidente di Cns (consorizo nazionale servizi) di Bologna; Giulio Lancia, manager Cpl (tra l’altro a capo del progetto ischitano); e Pasquale Matano, ex responsabile Cpl distribuzione per la Campania. Hanno ricevuto tutti l’avviso di garanzia dal pm antimafia Catello Maresca, che indaga sulle rivelazioni del pentito Antonio Iovine, secondo cui Cpl, dopo aver ottenuto i lavori di metanizzazione di alcuni Comuni del Casertano, avrebbe appaltato la posa delle tubature del gas a ditte locali appannaggio del clan dei casalesi, fazione Zagaria. I quattro, ormai tutti ‘ex’ Cpl, sono indagati insieme a componenti della famiglia del boss Michele Zagaria e ad Antonio Piccolo.

 

L’inchiesta è stata aperta un anno fa dopo le rivelazioni di Iovine ed è ancora in corso. ’O Ninno, ascoltato dai magistrati, disse: Personalmente non ho mai conosciuto alcuno della Concordia. Ritengo, conoscendo Zagaria e sapendo come lo stesso è solito muoversi rispetto ad operazioni economiche così grosse, come è stato la metanizzazione dell’agro Aversano, che Zagaria sia entrato nella Concordia. Parole di un pentito di mafia pluricondannato, lo sottolineiamo, sulle quali però sono in corso accertamenti delegati dalla Dda partenopea ai carabinieri che a Casal di Principe hanno già trovato alcuni riscontri a quanto detto da Iovine. I militari, un mese fa, hanno infatti effettuato degli scavi proprio a Casal di Principe per verificare se la posa delle tubature da parte delle aziende ritenute vicine al clan e che hanno avuto l’appalto dalla Cpl, sia stata fatta a regola d’arte oppure no, come sostenuto da ’O Ninno. Secondo gli scavi, i tubi sarebbero stati interrati male come sostiene il pentito, cioòè a 30 centimetri dal suolo e non a 60, come previsto dalle norme di sicurezza.

Devo dire che noi abbiamo trovato terreno fertile con le imprese, anche grandi, che venivano da fuori zona e prendevano appalti. Quando ci siamo presentati per esempio a trattare con la Concordia per la realizzazione della rete del gas, abbiamo trovato facilmente un accordo nell’interesse di tutti, aggiungeva Iovine ai magistrati. Dico che la Concordia poteva scegliere di denunciarci oppure poteva rinunciare a quell’appalto per non scendere a compromessi con la camorra. Mi chiede che cosa sarebbe accaduto se la Concordia avesse deciso di non accettare quell’accordo e di denunciare alle forze di polizia la nostra richiesta di subappalto? Le rispondo che non c’è dubbio che il clan avrebbe reagito male, sia bloccando i cantieri sia provando a intervenire sui sindaci dei rispettivi comuni. Del resto in quel caso io ritengo che la Concordia abbia fatto un accordo a monte con Piccolo Antonio, uomo di Zagaria. E ancora: La metanizzazione riguardava i comuni di San Marcellino, Frignano, Villa Literno, Casapesenna, Casal di Principe, San Cipriano e Villa di Briano. Ci fu un accordo con la Concordia, una società di Modena. Poi decidemmo i subappalti. Poi il boss conclude: Io mi accordai con La Tella (subappaltatore di Cpl, ndr) per 10 euro al metro per un guadagno di circa 300 mila euro. Questi lavori risalgono al 2002-2003 e durarono qualche anno. Queste le dichiarazioni che hanno inguaiato Casari, Cinquanta, Lancia e Matano e che la Cpl ha fermamente respinto tramite i suoi legali, escludendo categoricamente di avere mai avuto rapporti con la criminalità organizzata. Ma non è solo Iovine a tirare in ballo la Cpl. Anche l’imprenditore Di Tella, subappaltatore degli scavi per conto della cooperativa di Concordia, e lui stesso indagato nell’inchiesta della Dda, interrogato ha riferito che Cpl sapeva bene che non aveva vinto una commessa in Francia.

Poiché Casari conosceva Piccolo – ha ammesso il manager Cpl, Giulio Lancia, durante l’interrogatorio – ritengo che fosse a conoscenza dei suoi collegementi. Per collegamenti si intende rapporti col crimine organizzato. Per gli inquirenti della Dda, Piccolo è una «vecchia conoscenza di Cpl». Lavorò nel Modenese e nel Bolognese. Fra coloro che negli anni hanno sollecitato l’intervento di Cpl per lo sviluppo del territorio campano, inoltre, c’è Lorenzo Diana, senatore della Repubblica e Segretario della Commissione Parlamentare Antimafia, il quale ha partecipato più volte alle assemblee di Cpl Concordia, ed è stato citato da Roberto Saviano in ‘Gomorra’.