Modena, 19 giugno 2010. I treni per Modena sono esauriti mentre ai caselli autostradali si attendono decine di pullman. Arrivano a centinaia, oggi, i manifestanti anti Cie, per protestare contro i centri identificazione ed espulsione e le confraternite della Misericordia che li gestiscono. La prefettura si aspetta quasi un migliaio di persone in città: Modena con il suo Cie, infatti, è stata scelta come simbolo per tutte le strutture per l’espulsione dei clandestini in Italia. E l’allerta è massima.

Oggi la città sarà quindi ‘blindata’: la possibilità che possano verificarsi disordini non è da sottovalutare e si teme che la città possa uscirne ‘malconcia’. In particolare si temono atti di vandalismo, come scritte sui muri e lancio di fumogeni. Mentre le forze dell’ordine monitoreranno il corteo in assetto anti sommossa, Daniele Giovanardi, presidente della Misercordia, cercherà di trascorrere una giornata come tutte le altre, almeno nell’ultimo periodo: sotto scorta. La rabbia degli anarchici che manifestano contro i Cie si è spesso scatenata contro di lui, con volantini, minacce, addirittura con un blitz in duomo a Modena.

«Questo corteo — dice Giovanardi alla vigilia della manifestazione — si basa su un manifesto fondato sulla violenza. Per questo non doveva essere autorizzato. Queste persone chiedono di manifestare in nome della violenza e oggi sarà loro permesso. Speravo si potesse prendere le distanze da questa gente ma non è stato fatto. Ammesso che si tratti di un corteo pacifico, sarà una manifestazione portatrice di ideali di violenza». Per Giovanardi si tratta di un problema nazionale di sicurezza pubblica e di civiltà: «Io sono un volontario, lavoro in una struttura voluta dalla Stato, e tutti facciamo del nostro meglio per garantire buone condizioni ai clandestini portati al Cie. Qui hanno cibo, assistenza medica e psicologica, e protezione. Non è giusto accanirsi contro un’associazione di volontariato che fa del bene accusandola di commettere nefandezze, come c’è scritto su quel volantino farneticante».

Il corteo parte alle 15.30 da via Fanti, dietro la stazione ferroviaria ma i manifestanti, tra cui gruppi anarchici, cominceranno ad arrivare in città ben prima. La protesta è autorizzata fino alle 22 dove si concluderà davanti al Cie in via Lamarmora con concerti e interventi. Il percorso, che potrà subire variazioni, comprende, dopo via Fanti, via Attiraglio, cavalcavia Mazzoni, piazzale Natale Bruni, viale Caduti in Guerra, via Emilia centro, Sant’Agostino, piazzale Molza, via Fabriani, via Storchi, cavalcavia Cialdini e arrivo in via Lamarmora. Un giro che potrebbe durare alcune ore e che attraverserà il centro della città con striscioni e cori al megafono per dire no ai centri di identificazione ed espulsione, primi fra tutti quelli di Modena e Bologna negli ultimi tempi al centro delle cronache anche nazionali. Pomeriggio infuocato, quindi, anche per chi deciderà di trascorrere un pomeriggio in centro. La passeggiata sarà interrotta dal serpentone ‘anarchico’ nella speranza che il corteo prosegua pacificamente. Centinaia di poliziotti, carabinieri, finanzieri e vigili urbani saranno lì a controllare che tutto si svolga per il meglio.