Modena, 17 dicembre 2010. "Inginocchiati verso la Mecca, e prega Allah". Non è l’invito di un imam a un fedele di credo islamico, ma l’imperativo rivolto da un diciassettenne di nazionalità turca a un compagno di classe, sotto la minaccia di un punteruolo alla gola. Dalla guerriglia studentesca sulle piazze a quella nelle aule.

L’ennesimo episodio di violenza scolastica si è verificato in una seconda classe dell’Istituto Galilei, nella Bassa modenese. Un ragazzo di nazionalità turca, col vizietto di farsi consegnare dai compagni di classe denaro o merenda, ha prima strattonato la vittima di turno, poi gli ha intimato di genuflettersi e di pregare Allah rivolto verso il luogo sacro per i musulmani, la Mecca.

La scena è stata ripresa col telefonino da un compagno di classe ed è apparsa su Facebook, dove dopo pochi giorni è stata rimossa. Il fatto, che si è verificato pochi giorni fa durante la ricreazione, è stato denunciato alle forze dell’ordine da alcuni genitori di ragazzi che da mesi subirebbero le vessazioni di compagni di classe extracomunitari. Senza contare che anche i docenti sono spesso oggetto di atteggiamenti aggressivi e intimidatori.

La vittima di turno, una volta terminate le lezioni, ha taciuto il fatto ai genitori per timore di ulteriori ritorsioni. Tuttavia, ci hanno pensato i compagni di classe a raccontare in famiglia quanto successo. Si contano ormai quasi settimanalmente gli episodi di violenza al Galilei, frequentato da circa milleduecento studenti, molti dei quali di nazionalità straniera.

Dopo il litigio verbale, sfociato poi a calci e i pugni tra due ragazzi di una classe seconda, circa un mese fa, dove il lancio di alcune sedie, usate come strumenti di lotta, ha provocato il ferimento di due ragazzi e lo svenimento dell’insegnante di matematica, l’ultimo grave episodio registra il clima ‘caldo’ che si respira nelle aule scolastiche dell’istituto.

"Purtroppo - dichiara il preside dottor Giuseppe Pedrielli - i giovani vivono sulla loro pelle l’assenza di valori. La televisione, pessima maestra, insegna modelli culturali e atteggiamenti negativi che i ragazzi imitano. Il vuoto ormai impera - continua il preside - e la scuola è spesso sola a lottare per tenere alto i valori della dignità e del rispetto umano. Senza contare - aggiunge-_ che numerosi ragazzi extracomunitari, affidati in Italia a zii e parenti, manifestano il loro malessere interiore con atteggiamenti di aggressività e ribellione".