Modena, 22 aprile 2011- L’INSEGNA è comparsa la settimana scorsa. Si nota sulla via Emilia, giusto alle porte di Modena. Campeggia su un elegante capannone e dice: «Terracielo Funeral Home». Una scritta che ha incuriosito tanti modenesi. Non è semplice farsi spiegare cosa c’è dietro quell’insegna da Gianni Gibellini, vulcanico impresario di pompe funebri già dirigente calcistico di Sassuolo e Modena. «Non posso dire nulla, tra un mese farò l’inaugurazione e saprete tutto». Occorre insistere, come del resto fa sempre lui quando vuole convincerti che la sua ultima idea è quella giusta. Poi un lampo d’orgoglio si accende negli occhi di questo imprenditore di 61 anni che non si ferma mai, e parte il fiume in piena, secondo il suo stile inconfondibile.

«E’ UN’IDEA che avevo in mente da vent’anni, mi è venuto guardando cosa fanno i miei colleghi negli Stati Uniti. Finalmente ci sono arrivato. Mi è costata sei milioni di euro, ma sono sicuro di aver creato qualcosa di unico non solo in Italia ma in Europa». Di cosa si tratta è presto detto. Lo slogan della «casa del funerale» è «il posto più bello dove dirsi addio». Argomento scomodo, ma con cui tutti prima o poi devono fare i conti. «In quattromila metri quadrati offrirò tutti i servizi possibili per chi ha bisogno di un funerale e commemorare un proprio caro. La nuova legge regionale del 2004 me lo consente: anche i privati possono allestire camere ardenti. E io ne metterò a disposizione nove. Eleganti, ben arredate, ognuna caratterizzata da un colore: sala dei girasoli, sala delle rose, sala della luna e così via. Oggettistica di design, maxi schermi elettronici dove far scorrere le immagini del caro estinto. Musica a scelta dei parenti da diffondere nella camera. E non è finita». Gibellini ha pensato anche all’intrattenimento di eventuali ospiti: «Ci sarà uo spazio riservato ai bambini, con giochi e baby sitter. Al secondo piano ho realizzato un ristorante in grado di servire 100 persone contemporaneamente. C’è anche un bar per chi ha fretta. Troppo? E perché? Ho lo spazio anche per organizzare il rito funebre».

E QUI arriva la vera e propria chicca, il progetto che più lo ha appassionato: «Ho fatto costruire una sala del commiato, una sorta di cappelletta con tribuna sopraelevata con maxi-schermo e possibilità di collegamento internet via telecamera con tutto il mondo: contiene fino a 700 persone, è completa di organo, pianoforte a coda e arpa. Ed è multireligiosa: qualunque sacerdote di qualunque credo può venire a celebrare il rito funebre con i propri paramenti. Va bene anche per un laico, non ci sono simboli religiosi fissi». Un modo per accontentare i musulmani, che sono sempre più numerosi? Se è per questo Gibellini ha fatto anche di più: «C’è una sala apposita per il lavaggio islamico della salma, con uno spazio all’aperto dove disporre i tappeti verso la Mecca. Vi basta?». L’appuntamento è per i primi di giugno. Si prevede un’inaugurazione ad altissimi livelli. «Ma i prezzi dei miei servizi saranno anche bassi, si adattano a tutte le tasche. E’ vero, ho organizzato i funerali di Luciano Pavarotti e ho in serbo una Maserati adattata a carro funebre per i clienti più esigenti. Ma ho a disposizione formule anche più economiche. E credo di aver fatto un servizio alla mia città: il grado di civiltà si misura anche dal modo in cui si trattano le persone che ci lasciano».