Modena, 18 maggio 2011. Il Consiglio provinciale di Modena ha ospitato anche don Paolo Boschini, il parroco della “Beata Vergine Addolorata” minacciato per aver organizzato la settimana di Pasqua una mostra anticamorra. L’incontro era dedicato alla lotta alle mafie e per l’occasione, nella sala consiliare, sono stati allestiti i sei pannelli della mostra sulla camorra a Scampia imbrattati a scopo intimidatorio durante l’esposizione in parrocchia.

L’iniziativa, come ha spiegato il presidente del Consiglio provinciale Demos Malavasi, ha voluto “affrontare il tema della presenza delle mafie nella nostra provincia, fare il punto sulle iniziative di contrasto che si stanno sviluppando sul piano istituzionale, economico, sociale e culturale, ma anche manifestare tutta la solidarietà e l’appoggio delle istituzioni a don Paolo Boschini per le minacce ricevute e i danni alla mostra, atti gravi che dimostrano come non si debba mai abbassare la guardia”.

Dopo l’introduzione del prefetto Benedetto Basile, sono intervenuti Vito Zincani, procuratore della Repubblica di Modena, ed Elio Munari, in rappresentanza della Camera di commercio di Modena, che ha illustrato il protocollo contro la criminalità per la legalità. Presenti anche Donato Pivanti, in rappresentanza di Cgil, Cisl e Uil, Beatrice Fonti, che ha illustrato la Carta etica degli ordini professionali, e Gerardo Bisaccia dell’associazione Libera.

“La scorta? No grazie, ce l’ho già, è la mia gente”. Così don Paolo Boschini declina la richiesta arrivata all’unanimità dalla Provincia di Modena. “E’ stato un gesto di amicizia, e anche un messaggio politico per la città, ma non ne ho bisogno”, assicura.

Il parroco ha iniziato il suo intervento dalla descrizione di una delle fotografie sfregiate con una croce (i pannelli sono esposti nell’aula consiliare), e poi parla di legalità, citando Don Milani (“il peggio non è beffare la legge, il peggio è beffare l’uomo, distruggerlo da dentro. E per distruggerlo da dentro basta una sola cosa: tenerlo sotto scacco”).

Secondo Boschini sarebbe più opportuno “dare la scorta alla città, aumentando la passione civile”. Ad ascoltarlo (e a fotografarlo) c’era anche Davide Cerullo, ex bambino di Scampia, autore delle foto sfregiate.