Modena, 11 luglio 2011 - Sono diversi, anche a Modena, gli esempi di immobili con presenza di amianto non censiti nelle 43 pagine della mappatura di “edifici pubblici o privati aperti al pubblico” consultabile al link:
“Potremmo enumerare un caso del genere per ogni provincia – accusa il capogruppo in Regione del Movimento 5 Stelle Emilia-Romagna, Andrea Defranceschi -: cos'altro dobbiamo fare per dimostrare che il metodo regionale di censimento dei siti con presenza di polveri killer non è efficiente?”.

È la denuncia del capogruppo a 5 Stelle, commentando la mappatura. “Ancora 630, contro i 771 del 23 dicembre 2010, i siti aperti al pubblico ancora da sanare. Fra questi soprattutto parrocchie, ospedali, scuole e asili d'infanzia.

Prima fra i capoluoghi emiliano-romagnoli, in questa triste classifica, Modena con 111 immobili, seguita poi da Reggio Emilia (99), Bologna (85), Ferrara (67), Forlì-Cesena (63), Parma (62), Piacenza (57), Ravenna (52) e Rimini (33).

“Le maglie disposte dalla mappatura di viale Aldo Moro sono troppo larghe” conclude Defranceschi, che ricorda come “da mesi in Assemblea legislativa regionale” siano bloccati “tre nostri atti che chiedono di promuovere mappature comune per comune degli immobili ancora da bonificare. Quante altre persone devono ammalarsi prima che in viale Aldo Moro si accorgano dell'urgenza della questione?”. Oltretutto, anche in questa come – spiace dirlo – in diverse altre occasioni, l'assessore regionale alla Salute Carlo Lusenti aveva mostrato apprezzamento verso la nostra idea di mappature su luoghi privati da parte di Comuni. Poi, però, ci risulta che alle parole non abbia fatto seguire fatti”.