Modena, 21 agosto 2011 - «L’ANNO prossimo il Comune rischia un buco contabile di circa 15 milioni di euro. Non è più possibile tamponare: urge intervenire in maniera decisa esternalizzando al massimo i servizi di istruzione e welfare». Ancora disponibile a fare «opposizione responsabile» (continuare ad astenersi cioè come ha fatto l’ultima volta o a eventualmente e a certe condizioni votare sì al bilancio), l’Udc di Davide Torrini avverte che i nodi economici a Modena stanno venendo al pettine.
 

A cosa si riferisce?
«Al costo unitario dei servizi su infanzia, anziani e disabili per esempio. Il problema è che la destra a Roma come la sinistra a Modena continuano a inseguire le conseguenze dei problemi mentre le questioni vanno affrontate di petto. Ora tutti sono costretti da contingenze esterne ad assumere decisioni impopolari. Che adottate nei periodi di emergenza, però, diventano ancora più sbagliate».
 

A Modena quali sono i problemi principali di bilancio?
«Siamo ancora alle pezze di appoggio di qua e di là, l’assessore Colombo per il momento ha solo enunciato misure correttive strutturali, ma sul 2012 c’è il rischio di una voragine sulla parte corrente che oscilla intorno ai 15 milioni di euro: a giugno infatti ha fatto finta (sovrastimando multe e oneri di urbanizzazione ndr) di avere 4 – 5 milioni di euro che a settembre dovrà recuperare sul serio, inoltre mancano all’appello i 6 – 7 milioni della manovra 2010 a cui si aggiungono i tagli della finanziaria 2011».
 

Come uscirne? Voi siete disposti a dare una mano?
«Ci sono due strade che l’amministrazione può intraprendere. La prima è continuare a tamponare dove si può e trascinarsi al 2014, lasciando a chi viene dopo l’incombenza. E noi su questo non siamo disponibili, anche perché a una città puoi chiedere dei sacrifici ma nel contempo devi indicare il punto di uscita. E per noi il punto di uscita significa tutela della famiglia e delle imprese».
 

Il percorso invece su cui siete disponibili quale sarebbe?
«Prendere atto che non ce la si fa più e agire sui costi unitari per salvaguardare i servizi. Vale a dire che bisogna riequilibrare il rapporto fra gestione diretta e indiretta».
 

Cioé esternalizzare, affidare ai privati.
«Esattamente. Il Comune ha bisogno di cedere una certa quantità di sezioni della scuola materna e dei nidi di infanzia. Ora sulla materna siamo intorno al 35% di gestione diretta, secondo noi si potrebbe scendere anche al 15 – 20% riuscendo comunque a mantenere il controllo del servizio. L’innovazione sarebbe naturalmente graduale: si concentrano per esempio 5 maestre prossime alla pensione in una scuola e una volta uscite dal lavoro si esternalizza l’istituto oppure si invitano gli insegnanti a costituire cooperative».
 

Gli stipendi del personale assunto da privati però sarebbe più basso?
«Sì, i costi del personale sarebbero diversi, è un discorso brutto, ma del resto meglio così che la chiusura o la riduzione drastica del servizio».
 

Sacrifici solo sul fronte dell’infanzia?
«Anche nelle residenze per anziani voglio ricordare che Modena ha costi superiori agli standard regionali. Se la media regionale è 100, a Modena si spende 105. Credo si possano ridurre i costi senza perderne in qualità. E un altro discorso va fatto sugli investimenti».
 

Quale?
«Se il patto di stabilità ci strangola, e si tratta di un vincolo che anche noi non condividiamo, dobbiamo avere il coraggio di ridurre gli investimenti. Se invece ci si incaponisce, il rischio è che poi si scarica la mancanza di liquidità sulle imprese che realizzano regolarmente le opere pubbliche, ma vengono pagate dopo anni. Ecco, solo in presenza di un’apertura su questi temi potremmo decidere di passare da un voto di astensione a uno favorevole al bilancio».