Modena, 25 settembre 2011 - Non si arrende il marito che ha deciso di cambiare sesso ma non di lasciare sua moglie. Alessandra Bernaroli, 40 anni e un passato alle spalle da Alessandro con tanto di matrimonio in Chiesa, e’ pronto a dichiarare ancora “battaglia”.

“Abbiamo depositato ricorso in Cassazione - annuncia - e speriamo di smontare pezzo dopo pezzo la sentenza” con cui la Corte d’appello di Bologna ha sciolto la sua unione. “La nostra speranza - confida - e’ che l’udienza in Cassazione venga fissata in tempi molto brevi, anche perche’ non e’ certo piacevole vivere in uno stato di cosi’ grande incertezza riguardo alla propria condizione matrimoniale. Siamo nell’impossibilita’ di prendere qualunque decisione riguardo al nostro futuro. Speriamo nel giusto riconoscimento del nostro diritto, ma saremo pronte, nel caso le cose non dovessero andare come speriamo, anche ad adire la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo”.

"Non ci sto - assicura - a rinunciare al mio matrimonio". Quello deciso dalla Corte d'appello di Bologna, "e' un vero e proprio divorzio di Stato - accusa - Ma io non mi arrendo, nonostante questa vicenda stia minando il rapporto tra me e mia moglie. Non vogliamo divorziare, non lo abbiamo mai voluto - assicura - ma e' quel che sta tentando di farci fare lo Stato".

La vicenda di Bernaroli e di sua moglie e' destinata a fare giurisprudenza. Si tratta, infatti, del primo caso del genere in Italia. La coppia si era rivolta al Tribunale dopo che Bernaroli, dipendente della Banca popolare dell'Emilia Romagna e attivista dell'associazione Rete Lenford, aveva ottenuto il cambio di sesso sulla propria carta d'identita', ma per avere il documento nuovo si era fatta stilare uno stato di famiglia in cui la coppia risultava separata pur abitando sotto lo stesso tetto.